Serie B, 110 anni fa la prima “papera”: grazie anche a loro, è Monza da record

I biancorossi stavano per nascere, nel 1912: in quel giorno di marzo, gli errori di Faroppa in Italia-Francia battezzarono il nuovo termine per etichettare lo svarione difensivo. Stroppa ora guida i suoi verso la A grazie anche gli errori altrui
Ciurria festeggiato ad Alessandria, dopo aver provocato l’autogol di Di Gennaro. Accanto a lui, da sinistra, Carlos Augusto, Barberis, Sampirisi e Molina (foto Buzzi)
Ciurria festeggiato ad Alessandria, dopo aver provocato l’autogol di Di Gennaro. Accanto a lui, da sinistra, Carlos Augusto, Barberis, Sampirisi e Molina (foto Buzzi)

Il destino che irrompe sulle sorti umane ha piccoli escamotage per indirizzare il proprio intervento. Nicola Pasini e Matteo Di Gennaro, centrocampista del Vicenza e difensore dell’Alessandria, di certo non lo sanno. Perché l’ex Nazionale Under 17 e 20 e il giocatore che fu del Renate, in comune hanno solo quelle sfortunate deviazioni che nel giro di 78 ore hanno portato il Monza ad avere il miglior attacco della serie B. Due deviazioni fortuite nella propria porta, nel 4-0 e nello 0-3 che hanno calato il settebello di Stroppa. Due autogol che nell’indecifrabile corsa in vetta a questa serie B pazza come mai tanto somigliano a un’interpretazione escatologica dei destini di questo Monza.

Perché oggi, esattamente il 17 marzo di 110 anni fa, Vittorio Faroppa si rese suo malgrado protagonista del 3-4 con cui la Francia superò l’Italia di Umberto Meazza allo stadio di via Filadelfia, a Torino. Era la terza uscita della selezione Azzurra, che azzurra ancora non era, perché giocava in maglia bianca. Gli svarioni del portiere Faroppa mandarono in rete i francesi e il cittì, a fine gara, catechizzando il suo portiere con un «era lì goffo, con i piedi larghi, sembrava una papera», coniò il neologismo che ancora oggi si associa all’errore difensivo.

Come quello di Pasini e Di Gennaro, appunto. E di quest’ultimo in particolare, visto che ha rotto l’equilibrio nella gara di Alessandria, squadra in cui anche Faroppa (negli annali, Faroppa II per distinguerlo dal fratello Luigi) giocò nella stagione 1939-40. In quel 17 marzo 1912, il nascituro Monza aveva ancora 6 mesi scarsi di gestazione, prima di emettere il primo vagito nella storia del calcio.

E oggi dalle parti di Monzello si comincia davvero a intuire che quel che sta maturando, al netto delle scaramanzie a cui Galliani difficilmente rinuncerà, è davvero qualcosa destinato a comparire nei compendi del football. Con le due autoreti di cui sopra, il Monza agguanta e supera il Lecce in vetta alle statistiche di reti segnate: 50 in 30 uscite stagionali, nella partita che per la prima volta nella propria storia vede i biancorossi vincere quattro partite esterne consecutive in B.

Nelle ultime 10 uscite, il Monza è andato sempre a segno, come nessuno è riuscito a fare nella stagione in corso. Ma ha anche accompagnato la spregiudicatezza là davanti a una certa solidità difensiva, perché martedì sera per la terza volta in stagione non ha concesso alcun tiro in porta all’avversario.

Che questo Monza «sia ancora più forte del Monza dello scorso anno», come ha detto Brocchi sabato nel dopo gara, lo dice anche la striscia senza eguali nella storia monsciasca di punti messi in fila durante una stagione in B. E se lo scorso anno il Monza con il terzo posto finale ha raggiunto il proprio miglior risultato di sempre, per ritoccare al rialzo anche questo dato Stroppa può solo arrivare secondo. Per punteggiare di rosso l’immacolato campo di serie A, il Monza è un papavero che punta verso l’alto. Con le papere di Pasini e Di Gennaro a marcare la differenza.