Mi ritorni in mente, il maestoso progetto piscina nell’ex parco reale: la terza puntata

La terza puntata: il progetto della piscina coperta nell’ex Tiro a segno viene riposto nel cassetto per non essere più tirato fuori. La terza città della Lombardia non ha una piscina comunale. Devono passare 12 anni per avere il Nei.
Mi ritorni in mente
Mi ritorni in mente

La piccata risposta di Luigi Bartesaghi alla proposta S.I.A.S. per la costruzione di una piscina scoperta all’Autodromo innesca la durissima reazione di Vittorio Faglia, uno degli estensori – con Francesco Clerici – dell’ipotesi di Biassono. Sabato 4 ottobre ‘952, il Corriere di Monza – con tre articoli di spalla – tenta di smontare le tesi di un centro natatorio in via Boccaccio. Il primo pezzo – una lettera redatta a tavolino per costruire la polemica – si intitola “Un complesso armonico mediante concorso”. Scrive l’anonimo lettore: “Avevamo previsto che la nostra proposta per un piano organico di sistemazione degli impianti sportivi di via Boccaccio, che tenesse conto di una situazione esistente per migliorarla quanto possibile e inquadrarla, nella eventualità di realizzazione della piscina, in un complesso armonico ben caratterizzato, non sarebbe stata accolta molto favorevolmente. Avevamo suggerito l’idea di un concorso perché siamo convinti della sua utilità in quando ne potrebbero scaturire idee nuove e geniali né ci sembra con questo di voler far perdere tempo in procedure burocratiche. Nemmeno crediamo di aver esagerato l’importanza del problema che è certamente di vasta portata”.


Le puntate precedenti
1) Mi ritorni in mente, il maestoso progetto piscina nell’ex parco reale

2) Mi ritorni in mente, il maestoso progetto piscina nell’ex parco reale: la seconda puntata

Poi l’affondo: “Noi siamo convinti che le cose debbano procedere con larghezza di vedute e chiarezza di idee anziché con miope improvvisazione. Il campo di pattinaggio e i campi da tennis sono quel che sono e tutti possono constatare quanto siano accoglienti, con che squallida povertà di fantasia e di gusto siano stati creati. Approfittare dell’occasione per rivedere il problema e impostarlo, su basi più serie al fine di ottenere qualcosa di buono, non vuol dire attribuirgli “l’ampiezza di un grande problema quale potrebbe essere il Piano Regolatore del Centro civico di Monza. Sono due cose diverse. Entrambe si possono fare bene o male, secondo i casi. La scelta di un’area che ha forse l’unico pregio di essere vicino alla città, ci sembra giustificata soprattutto dalla esistenza in posto di impianti sportivi suscettibili di notevole miglioramento sotto tutti i punti di vista. Ripetiamo che sarebbe sbagliato e aggiungiamo non tenere conto e aggiungiamo che tanto vorrebbe allora, per la piscina, cercare altrove, in località molto più idonea. Esiste varia possibilità di scelta anche nelle immediate vicinanze”.


LEGGI Tutte le puntate di Mi ritorni in mente

Riassumendo: la piscina è una necessità per la città, vicina ai 70mila abitanti; la via Boccaccio è una zona molto infelice per posizione e spazi costruiti; ergo bisogna trovare un’altra area che supplisca l’evidente carenza di soluzioni praticabili per risolvere la grana del centro natatorio. “Insistiamo poi ancora nel dire che, premessa indispensabile per poter iniziare uno studio definitivo del progetto, è la certezza di ottenere una buona porzione di giardino della Villa Reale, per consentire l’installazione di tutti gli impianti (vasche di nuoto, servizi, zone di riposo ecc.) quanto più lontano possibile dalla via Boccaccio. É logico infatti che in piscina si cerchi anche un po’ di quiete e di aria pura in mezzo al verde, che non deve servire come semplice cornice. La situazione attuale non offre questa possibilità, data l’esiguità dell’area disponibile e il suo infelice tracciato”. Poi il veleno in coda: “Infine vorremmo chiedere, se non siamo indiscreti, come e perché siano cadute, e se definitivamente, le trattative con l’A.C.M. per una piscina all’Autodromo, e saremmo veramente grati a chi volesse darci delucidazioni in merito”.

Registrata la lettera con malevola soddisfazione, Vittorio Faglia detta la sua verità, antitetica a Bartesaghi: “Questa seconda lettera che il signor A.B. mi ha dato in lettura insiste sacrosantamente sulla necessità di un concorso per la piscina. Essa mi impone di riportare nei suoi giusti limiti la proposta Bartesaghi che la regìa del Cittadino ha elevato al rango di progetto”. Poi l’affondo: “Premesso il merito di Bartesaghi di avere rispolverato la vecchia idea di utilizzare quel triangolino abbandonato di fianco al vicolo del tennis, merito indiscusso di tempestività anche, in quanto la opinione pubblica monzese pare finalmente preparata alla necessità di una piscina (tutti ricordano i numerosi consiglieri D.C. che non più di un anno fa si stracciarono le vesti preoccupati della immoralità del bagno in comune, confondendolo a volte persino col bagno di pulizia) è indispensabile chiarire a scanso di equivoci, nei quali pare si sia già impaniata anche la Giunta e sui quali si deve pronunciare il Consiglio Comunale lunedì (6 ottobre, n.d.r), che se l’idea proposta è meritevole di essere presa in considerazione, come proposta, troppo facilmente si presta come progetto a una completa stroncatura critica che non ritengo il caso di segnalare, per cercare di aprile gli occhi a chi da incompetente deve giudicare in proposito (Giunta e Consiglio), senza entrare nell’esame intero, troppo facile e fuori luogo”.

Faglia sposa senza mezzi termini la soluzione S.I.A.S.: “Così come nei limiti di proposta deve essere considerata l’idea che l’Automobil Club un anno e mezzo fa ha sottoposto all’Amministrazione Comunale, idea intorno alla quale sono state scritte notevoli inesattezze a sfavore e sono state dimenticate premesse di ordine economico che mi paiono invece fondamentali e sulle quali il Consiglio e la Giunta hanno possibilità di giudizio. Pochi ricordano che allora l’Automobil Club, presentando all’Amministrazione la proposta di realizzare una piscina nel recinto dell’Autodromo di Monza, appena più su del sottopasso intorno alla pista, ha impostato in questi termini il problema economico-finanziario: spese di costruzione a metà col Comune di Monza; proprietà della piscina e delle successive attrezzature previste: Comune di Monza; spese di gestione a completo carico dell’Automobil Club. La proposta è stata presentata al Consiglio Comunale di Monza che ha invitato i due enti a continuare le trattative, interrotte solo e su richiesta ufficiosa dell’Amministrazione Comunale in vista delle elezioni e con la promessa che sarebbero state riprese in seguito. Naturalmente il Comune di Monza avrebbe potuto sorvegliare e controllare la serietà, intelligenza, moralità delle attrezzature e del pubblico e stabilire i prezzi di ingresso, e l’Automobil Club avrebbe studiato di superare il problema dei mezzi di trasporto, unico punto a sfavore”.

“Quali che siano le conclusioni mi sembra strano che ci si sia dimenticati di tutto questo proprio alla vigilia di decisioni in altro senso. É importante decidere presto. É pure importante decidere bene”. Il ragionamento non fa una grinza. Peccato che lo stesso Faglia e l’ingegnere Clerici, “esperti in piscina”, avevano redatto – per incarico dell’Automobil Club Milano – un progetto di massima per la costruzione di piscina e campi da tennis “sulla strada interna Vedano-Biassono” datato ‘951 e incollato pari pari nella querelle in corso: “La soluzione presentata e proposta (…) è frutto di una impostazione del problema secondo concetti informatori che riteniamo di assoluta validità: unificazione, per il funzionamento normale del complesso, dell’ingresso alla piscina ed ai campi da tennis, in un solo corpo, ottenendo in tal modo una semplificazione dei servizi e del personale di controllo; ricerca del migliore orientamento e della massima insolazione sia per quanto riguarda i singoli corpi di fabbrica (padiglioni dei servizi, bar) che gli elementi di vita all’aperto (piscina, tuffatori, tribune, soggiorno, arenili ecc.) svincolandoci dal perimetro della proprietà ed immergendo i singoli elementi nel “verde”; disimpegno e massima separazione fra i fabbricati destinati ai servizi dei maschi (cabine a rotazione, cabine singole, docce, W.C.) ed ai servizi delle femmine, onde assolutamente evitare qualsiasi promiscuità; libera interpretazione del tema “vasche per adulti” realizzando in un unico specchio d’acqua a perimetro di forma libera, mantenendo del tutto inalterate le differenziazioni delle diverse funzioni Gara (nuoto e pallanuoto, tuffi, inesperti e realizzando notevoli economie di scavi, strutture, impianti, superfici e volumi”.

Poi, per rimpolpare la proposta, arrivano anche l’esatta e razionale localizzazione del corpo bar, ristorante, soggiorno coperto e danze in intimo contatto con l’ingresso ed aperto verso sud sulla piscina; la parziale decentramento ed isolamento della vasca per bambini dalle attività degli adulti, pur essendo in zona di facile ed immediato controllo; la possibilità di orientamento (sole alle spalle) di tribune montabili per gara, dalle quali è garantita una perfetta visibilità sia per le gare di nuoto e pallanuoto, che per quelle di tuffi; gli edifici sono tutti previsti, salvo il padiglione bar che ha terrazzo praticabile, ad un unico piano terreno; gli impianti di condizionamento idrico, interrati per ragioni funzionali saranno realizzati in un vano ottenuto utilizzando i naturali declivi di scavo delle vasca e – infine – il parcheggio per autoveicoli, motoscooter e biciclette è realizzato ad ovest in immediata prossimità con l’ingresso. “Nel piano generale di realizzazione degli impianti sportivi e del centro di svago presso l’autodromo di Monza è previsto in un primo tempo la realizzazione della sola piscina (vasca adulti e vasca bambini)”. In sostanza, “noi proponiamo la formazione completa immediata delle vasche (adulti e bambini) e dei relativi impianti, non realizzando alcuna opera che non sia prevista nel piano futuro di sistemazione del terreno”. La vasca per adulti “il settore gara di nuoto di profondità regolamentare di dimensioni n. 18,00 x m. 50,00 con 7 corsie da m. 2.50 ciascuna (campo di 1.a categoria);n il settore tuffi dalla piattaforma (m. 5,00 e m. 10) e dai trampolini (m. 1 e m. 3) con la fossa di dimensioni regolamentare; il settore per inesperti che è ricavato dividendo con un pontile mobile il campo di gara di m. 50 in due elementi, uno lungo m. 33,33 per i normali allenamenti dei nuotatori, ed il rimanente di opportuna profondità riservata in condizioni normali ai principianti e il settore gioco, che è parte del settore inesperti, con il toboga, la gru per l’insegnamento del nuoto ecc.”.

Se il Cittadino non risponde la sparata di Faglia, la Tribuna Monzese appoggia senza riserve la soluzione della S.I.A.S: “Come si sa il Consiglio Comunale del 29 settembre scorso ha deciso di rimettere ogni provvedimento in ordine alla costruenda piscina alla avvenuta presentazione dei vari progetti, che allo stato si prevedono in numero di quattro. In quella occasione il Sindaco, tanto nel rispondere alla mozione Buzzelli, Olmini, Sioli, circa l’adozione del progetto dell’Automobil Club di Milano, quanto nello schema di delibera n. 8, avente per oggetto: “Proposta per costruzione di piscina comunale”, ha affermato che l’iniziativa dell’Automobil Club non ebbe più seguito essendo stato abbandonata da questo ente. Richiesto di darne prova precisa, egli si è limitato a dire che il tutto risultava da notizie ufficiose. La cosa, invero, appare interessante e merita di essere chiarita, soprattutto rispondendo all’interrogativo: è stato, dunque, l’Automobil Club ad abbandonare la proposta avanzata o non è stata invece la Giunta comunale che per ragioni non chiare, magari di carattere elettorale, ha ritenuto di accantonare il progetto sul quale vi era stato un parere favorevole del Consiglio espresso con la deliberazione del 21 marzo 1951?

A quell’epoca, si noti bene, i rappresentanti clericali non erano entusiasti di piscine come invece sembra lo siano oggi; ed oggi, messa da parte le tante sbandierate preoccupazioni sulla moralità cittadina, appaiono disposti a costruire quell’opera dappertutto, meno che all’Autodromo”

La domanda retorica – “È utile vederci a fondo in questa faccenda, sulla quale noi invitiamo la direzione dell’Automobil Club di Milano a fornire gli opportuni dettagli” – e la risposta conforme all’assunto di partenza lanciano ancora la candidatura della piscina S.I.A.S.: “La cosa non può non stare a cuore di ogni cittadino, il quale se desidera avere la piscina come è giusto averla nella nostra città, vuole anche che la si faccia tenendo presenti saggi criteri di amministrazione e di bilancio. La proposta dell’Automobil Club presenta vantaggi notevoli che si tratterà di vedere poi se saranno prevalenti sul piccolo disagio di aver una piscina dentro il Parco anziché al centro della città. Quei vantaggi si riassumono nel fatto che il Comune diverrebbe proprietario di una piscina pagata solo per metà, non avrebbe il peso della gestione, ma anzi il guadagno della percentuale sugli incassi e verrebbe funzionare una piscina utile per tutti gli impieghi sportivi e, quindi, per gare nazionali ed internazionali ed anche capace di offrire un magnifico villaggio balneare nella stupenda cornice del Parco”.

La controversia imperversa fino al ‘953. Il Cittadino – a firma Giovanni Fossati – fa il punto della situazione. “L’Amministrazione comunale ha difatti ormai vagliato e studiato a fondo i tre progetti presentati – Bartesaghi, S.I.A.S. e – buon ultimo di tempo – Bellini -; dopo averne riassunti i dati, elencati preghi e difetti, esposte le particolari configurazioni, passerà il tutto all’esame del Consiglio comunale, nelle prossime riunioni fissate per l’entrante mese di luglio. Dunque, alla vigilia di una definitiva ed irrevocabile decisione da parte dei rappresentanti della cittadinanza, ritorniamo di bel nuovo sull’argomento facendo una sintesi dei progetti, premesso anche che ognuna delle proposte avanzate sottintende la costruzione di una piscina di dimensioni regolari con possibilità di nuoto e tuffi per chi tale esercizio fisico sa compiere, di un comune bagno ristoratore per coloro che intendono solo procurarsi un refrigerio come antidoto al caldo. Tutto il contorno a questa ancora teorica piscina – come a dire impianti sportivi di vario genere, attrezzature di svago, di divertimento, di soggiorno ed attività parabalneari – varia da un progetto all’altro a seconda dei criteri e delle possibilità. In ogni caso comunque viene garantita la sostanza dell’opera e salvaguardato il pubblico interesse”.

La proposta dell’ingegner Bellini “vi troviamo subito l’handicap di una maggior spesa. Come premessa vi è difatti l’acquisto di un’area privata per un costo di 15 milioni, più un’ulteriore spesa di 6 milioni per la costruzione di strade di accesso a prescindere anche dall’erezione di un pur indispensabile ponte sul Lambro che potrebbe essere però attuata in un secondo tempo. In tal modo una piscina in via Ghilini richiederebbe al Comune uno stanziamento di circa 91 milioni, così suddivisi: 50 per un primo lotto di lavori costituenti il nerbo della costruzione, 20 per opere di completamento da eseguirsi in una ripresa, e 21 per le suaccennate vie di transito. Un vantaggio si ha invece per lo scarico dell’acqua, facilitato dalla vicinanza col canale Villoresi e col fiume Lambro che scorre proprio a valle della zona interessata. Tirando i conti, ovvio segnalare che il progetto non sarà preso in considerazione – anche se la piscina verrebbe a trovarsi in zona pressoché centrale – stante l’eccessiva spesa”.

Il proteggo Bartesaghi punta invece “sul terreno nelle immediate adiacenze dal campo del tennis: un luogo questo senz’altro di facile accesso per chiunque e ubicato in zona fresca e ubertosa. Nulla quindi da eccepire in merito; anzi, sarebbe l’ideale. Non si deve acquistare il terreno essendo già proprietà dei Comuni di Monza e di Milano, né si richiede la costruzione di strade e neppure gli adattamenti per giardinaggio e piantagioni. Il progetto prevede l’ingresso direttamente da via Boccaccio col relativi servizi; il bacino grande suddiviso in tre scomparti: il bacino delle competizioni (54 x 15); il bacino per non nuotatori; un primo gruppo di spogliatoi per uomini e donne; gli impianti di filtrazione e depurazione dell’acqua attinta dalla roggia Pelucca; lo scarico a risucchio nel Lambro. Fino a questo punto sono preventivati 50 milioni. Altri 20 sono relativi ad un prosieguo a distanza dei lavori per il completamento degli spogliatoi, il bar-ristorante, un bacino per ragazzi (33 x 15) con spogliatoio e ingresso propri, un bacino per bambini con attrezzature per giochi ed esercizi fisici ed infine un trampolino per competizioni. Un progetto, questo, indubbiamente alieno da lacune ma ricco di pregi e che sarebbe il “non plus ultra” in quanto a requisiti tecnici ed a modernità di vedute. La gestione – come per il progetto suddescritto – sarebbe direttamente del Comune che potrebbe adibire la piscina oltre che poer uso pubblico anche per le scuole e le competizioni sportive”.

Secondo il progettista, “fissato il prezzo d’ingresso in L. 100, si avrebbe un utile d’esercizio di 4 milioni che servirebbero per l’ammortamento del capitale impiegato. Ma un particolare determinante osta all’attuazione pratica di tale disegno: l’ingente spesa cioè che ne deriverebbe al Comune; esborso questo che ben difficilmente sarebbe poi ovviato dagli utili d’esercizio.

Il consuntivo generale di gestione delle piscine comunali di Milano (sette in totale, delle quali una funzionante tutto l’anno essendo coperta), parla di fatti di 137 milioni di passivo per il non lontano 1950. Si passiamo poli a consultare i dati relativi all’unica piscina esistente a Bergamo, pure essa gestita dal Comune, abbiamo dati ancor più sconfortanti. Premesso che la popolazione della capitale orobica è, sia pur leggermente, superiore alla nostra, precisato che i prezzi d’ingresso sono fissati non in L. 100 bensì in L. 250 con cabina e L. 170 senza cabina, ebbene si sono avuti i seguenti non certo strabilianti introiti: 1949 L. 2.150.000: 1950 L. 2.100.000; 1951 L. 2.246.000; 1052 L. 2.650.000. Se ne deduce che siamo ben lontani dai previsti 4 milioni di guadagno!

Del resto, i nostri amministratori non fanno misteri che, giustamente a motivo del gravoso onere, la realizzazione della piscina ed esclusive spese comunali è molto dubbia o per lo meno lontana da verificarsi”.

Resta l’ipotesi Autodromo “ la SIAS mira proprio agli stessi fini perseguiti dalla concorrente Capitale, più che mai decisa a costruirsi il proprio circuito che verrebbe a soppiantare quello monzese. Ed i Romani, parallelamente all’autodromo, varerebbero quegli impianti sportivi e di divertimento, costituiti da una moderna piscina, campo di tennis, golf, ecc. Il nostro autodromo, dunque, per non soggiacere alle velleità di Roma in primo luogo e di Torino (il cui pericolo fortunatamente è per ora scomparso poiché i propugnatori di una pista sotto la Mole Antonelliana sono ancora discordi sulla conformazione del tracciato in rapporto alle diverse gradazioni di velocità) in seconda linea, sente la necessità di adeguarsi ai tempi. Ecco quindi la decisione di aver una piscina (magari privata ed esclusiva se il Comune ne costruirà una propria) contornata da più svariati campi per le molteplici attività sportive”. Il vantaggio più “forte offerto da questa soluzione è insito nel minor costo: 30 milioni da suddividersi equamente fra la SIAS stessa ed il Comune di Monza. La gestione verrebbe tenuta per 20 anni dalla SIAS (ed il Comune avrebbe la sua quota parte di percentuale sugli introiti) dopo di che la piscina diverrebbe di proprietà comunale. Il Comune fruisce poi del beneficio di versare i 15 milioni in tre rate, entro un anno. Considerata dunque la spesa irrisoria, la località ideale, la non preoccupazione di tenere la gestione, la possibilità di poter stabilire prezzi modici per i frequentanti, viene logica la deduzione di propendere per questa soluzione.”

Non mancano tuttavia gli inconvenienti ma “sono facilmente ovviabili. Innanzi tutto si obietta che la distanza dal centro è forte, circa 6 chilometri a partire dall’Arengario. Ebbene, l’ATM che già espleta un servizio di comunicazione mediante i pullman del “celere” per Milano sino al viale Cavriga, è disposta a proseguire anche sino all’ingresso dell’autodromo. Da qui all’ingresso della piscina non corrono più di 500 metri. In ogni caso la SIAS assicura sin d’ora che il servizio di comunicazione sarà compiuto con una spesa irrisoria per i viaggiatori. Secondo punto controverso la possibile coincidenze con le gare motoristiche dell’autodromo e con le gare natatorie in piscina che precluderebbero ai cittadini di potere liberamente accedere al bagno. Non vi è però chi non veda che le corse sulla pista come le competizioni in piscina occuperebbero nei tre mesi d0’attività della piscina non più di mezza dozzina di giornate. Il che certo non sarà di gran scapito per gli utenti della piscina stessa. Il realizzare la piscina nel parco taglierebbe perciò il nodo gordiano fi questo intricato e tanto discusso problema monzese. Tanto più ove si consideri che la SIAS se dovesse raggiungere il pieno accordo col Comune in tempo debito, è propensa ad iniziare i lavori seduta stante in maniera che i cittadini possano refrigerarsi sin dalla presente estate”.

L’auspicata soluzione dell’annoso problema della piscina verrebbe significare la fine della pericolosissima abitudine di bagnarsi – a sfroso – nel canale Villoresi. “Perché necessita la piscina per imparare bene a nuotare? – si domanda Bruno Garlati sul Cittadino – Perché in acqua corrente, quasi sempre pericolosa, l’aspirante nuotatore è costretto più a pensare alla propria incolumità e meno a pensare alla qualità dei propri movimenti nell’acqua i quali, essendo i primi, avranno fondamentale importanza agli effetti della formazione del suo stile. Chiunque si prenda la briga, in un assolato pomeriggio, di fare una capatina sulle rive del Canale Villoresi, avrà campo di osservare un fatto curioso. La stragrande maggioranza dei bagnanti che crede di nuotare, non nuota affatto. Starnazza invece, con grande sperpero di energie scarsissimi risultati. Da questa incompostezza ne derivano improba fatica e pericoli senza fine per il rapido esaurirsi delle energie del bagnante ancora in acqua. In piscina il nuotatore non si preoccupa d’altro che di assimilare lo stile dei più esperti di lui. Se è stanco s’aggrappa alle apposite sbarre. Se non ce la fa, subito viene notato e tirato fuori. Abbiamo parlato del Canale Villoresi. Tutti gli anni vuole le sue vittime. La corrente è molto forte ed i nuotatori che lo frequentano, per tutte le ragioni suesposte, sono molto deboli. Che si aspetta a proibire alla popolazione di bagnarvisi? O meglio ancora. Che si aspetta a far sì che i divieti emanati vengano veramente osservati”.

Aspetta e spera: senza uno straccio di piscina, le stesse società sportive monzesi devono ricorrere alle acque del Villoresi. “La “Forti e Liberi” comunica che le iscrizioni (gratuite) alle gare di nuoto, che avranno luogo domenica 28 giugno in mattinata, lungo il rettifilo di via Ghilini del canale Villoresi, si riceveranno anche sul posto fino a qualche minuto prima dell’inizio delle gare stesse, fissato per ore 9.30. Ecco il programma orario: Ore 9,30 – Batterie m. 400 Stile libero. Ore 10 – Batterie m. 100 Ragazzi Stile libero. Ore 10,15 – Batterie m. 100 Ondine. Ore 10,30 – Finale m. 100 Ragazzi Rana. Ore 10,45 – Finale m. 100 Ragazzi Stile libero. Ore 10,55 – Finale m. 100 Ondine. Ore 11 – Finale m. 400 Stile libero. Collaboreranno nella loro specifiche funzioni i Vigili Urbani e i Vigili del Fuoco. La premiazione avrà luogo domenica stessa, alla “Forti e Liberi”, alle ore 12,30”. Finalmente, la telenovelas del centro natatorio della S.I.A.S. viene risolto nella seduta del consiglio comunale del dicembre ‘953, senza – però – l’intervento monetario dell’amministrazione. Ridotto di molto il progetto di partenza, la piscina scoperta dell’Autodromo viene inaugurata nel giugno del ‘954 .

Dieci anni dopo, la giunta Centemero incarica Elio Malvezzi, Carlo Crippa e Giulio Carnelli di realizzare il progetto di una piscina coperta al Parco (ex tiro a volo): siamo nel ‘963. “La piscina è uno degli impianti che favorisce la vita della comunità e varie città vanno inserendole nei loro programmi di opere pubbliche anche in relazione ad un fatto che si va imponendo: l’impiego del tempo libero. La realizzazione di una piscina nell’aggregato urbano, però, va vista anche sotto un più vasto profilo nel quale rientrano i campiti della società tesa a difendere e sviluppare la vita sana e la capacità lavorativa della persona mediante valide iniziative, anche a carattere sportivo.

L’ideale per la sua ubicazione è una zona tranquilla, tra gli grandi alberi, appunto come qui a Monza l’ha prevista l’Amministrazione Comunale”. La superficie coperta dall’edificio “occupa un’area di circa mq. 3800. Nella tribuna possono trovar posto oltre un migliaio di spettatori e gli impianti degli spogliatoi consentono una rotazione oraria di 300 persone. Il complesso gravita intorno al bacino, orientato sull’asse est-ovest, ed è limitato – ad ovest – dall’ala dei servizi.

Una vasca di minori dimensioni – a sud – è destinata ai bambini. Il corpo dei servizi si sviluppa su tre piani fuori terra ed un interrato; al suo estremo nord si hanno gli ingressi e a sud il bar. Dall’atrio si accende all’ampia scala che porta alla tribuna e agli Uffici di direzione con annessa sala riunioni. Sempre dall’atrio, dove è ubicata la cassa, è disimpegnato il percorso agli spogliatoi per donne – alla stessa quota – e per uomini, al piano superiore. Attraverso passaggi obbligati, il bagnante, uscita dalla cabina, scende al guardaroba – con banconi separati – deposita i vestiti ed entra nell’ambiente – piscina – passando attraverso le docce obbligatorie”.

A sud del gruppo spogliatoi, “simmetrico rispetto alla zona degli ingressi, è disposto il bar-tavola calda al quale è possibile accedere sia per chi proviene dalla piscina come dall’esterno.Dal bar, attraverso una scala interna, si passa ad una zona ribassata del medesimo locale (soppalco) che permette agli avventori una tranquilla sosta e più sopra si comunica col ristorante, a questo piano è previsto la cucina, il guardaroba, i servizi ed una terrazza per la colazione all’aperto. Sotto la tribuna, raggiungibili da un ingresso laterale, trovano posto gli spogliatoi per i giudici di gara e gli atleti, con relativi servizi, palestra d’allenamento, locale pronto soccorso, visita medica ecc., con uscita indipendente. La tribuna, con struttura in cemento armato, ha alle sue spalla un copro a sbalzo che permette lo sbocco ad una scala esterna di sicurezza. Cabine di vetro per la giuria, i giornalisti e gli operatori TV sono previste nella parte alta della gradinata; al piede, per tutta la lunghezza della tribuna, corre un ripiano a sbalzo sopraelevato sulla banchina di poco più di 2 metri che permette il collegamento con il bar tavola calda e il “solario”. La vasca, a sei corsie, ha dimensioni di metri 33,38 x 18 che il CONI segnala come lunghezza richiesta per piscine coperte destinate a gara internazionali. Si prevede una zona profonda metri 5 in corrispondenza del castello per i tuffi – alto metri 10 – ed una più bassa per l’esercizio del nuoto”.

Parole al vento. Il progetto della piscina coperta nell’ex Tiro a segno viene riposto nel cassetto per non essere più tirato fuori. Nel frattempo, Monza – orfano del centro natatorio – si arrabatta con soluzioni di ripiego. La terza città della Lombardia non ha una piscina comunale, ma non fa niente. Devono passare 12 anni di mesta vergogna per rimediare i guasti di partenza: nel ‘975, si inaugura il Nucleo educativo integrato di via Enrico da Monza. Con la biblioteca di quartiere, apre al pubblico la prima piscina pubblica coperta della città.

(3 – fine)