Nel blu dipinto di blu, loro, ci vanno regolarmente tenendo i piedi ben piantati per terra e senza consumare una goccia di carburante. Ad agitare instancabile la passione della famiglia Rizzetto di Monza, infatti, è il vento: Franco, la moglie Gabriella e la figlia Sara viaggiano entusiasti per i cieli manovrando sofisticati aquiloni.
Il primo a cimentarsi nell’impresa è stato papà Franco, 53 anni, innamoratosi di questa disciplina nel 1995: allora, da semplice curioso, assistette al raduno internazionale che si svolge ogni a Cervia tra la fine d’aprile e l’inizio di maggio, promosso da Artevento.
«Rimasi colpito – ricorda – da quel cielo pieno di aquiloni».
La «febbre» aviatoria, però, rimase dormiente per un paio d’anni. Fatale fu un giretto nell’azzurro affrontato casualmente da neofita durante una vacanza estiva in Corsica.
«Ero in spiaggia – aggiunge Franco Rizzettto – e c’era un appassionato che stava guidando un aquilone. Ho provato e ho sentito come una vibrazione. Ho avvertito l’energia del vento che ha scatenato la mia curiosità». Il decollo, insomma, fu immediato e da allora nulla fu più come prima per la famiglia monzese.
Ne sa qualcosa la figlia Sara, 25enne studentessa universitaria di tecniche di laboratorio, talmente coinvolta da gestire un’apposita pagina Facebook (Volatutto Kite, VAI) e da partecipare a raduni internazionali e gare.
Dal 13 al 15 ottobre prenderà parte ai campionati europei, in programma a Dunkerque, in Francia. E qui la faccenda è più impegnativa, perché come precisa Sara, «non è più un gioco da ragazzi, ma è molto più complicato di quanto sembri».
Gli specialisti, del resto, si costruiscono gli aquiloni da soli utilizzando materiali particolari, come, per esempio, la carta di gelso fabbricata in Giappone. Ma pure in gara le approssimazioni sono vietate: i piloti di aquilonismo sportivo e acrobatico devono affrontare prove di volo libero, di precisione e balletto. In pratica, il concorrente fa danzare l’aquilone su una musica scelta in precedenza. Una giuria, inoltre, verifica che tutto si svolga entro un perimetro delimitato. «La soddisfazione – conclude Sara – è guidare l’aquilone in condizioni di vento avverse».