Giro d’Italia 2020: quarto tuffo Demare, suo anche il traguardo di Rimini

Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta la gara per ilCittadinoMb.it. La maglia ciclamino centra il poker sul lungomare della città romagnola. Battuto di nuovo Sagan, vincitore della frazione del giorno precedente. Nono giorno in rosa per Almeida
La maglia ciclamino di Arnaud Demare, vincitore anche sul traguardo di Rimini: quarto successo di tappa in questo Giro d’Italia 2020
La maglia ciclamino di Arnaud Demare, vincitore anche sul traguardo di Rimini: quarto successo di tappa in questo Giro d’Italia 2020

Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta il Giro d’Italia per ilCittadinoMb.it.

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Previsioni una volta tanto rispettate alla lettera. L’undicesima tappa del Giro d’Italia era stata disegnata su misura per i velocisti e le ruote veloci non si sono fatte sfuggire uno dei pochi traguardi a loro disposizione. Sul lungomare di Rimini è sfrecciato il francese Arnaud Démare che, collezionando la sua quarta vittoria, ha eguagliato il record di successi stabilito nel lontano 1982 da Bernard Hinault, che si aggiudicò anche la maglia rosa finale.

Il ventinovenne transalpino appena superata la linea d’arrivo è andato ad abbracciare uno a uno i cinque compagni di squadra rimasti per ringraziarli del grande lavoro che si sono sobbarcati specie nel tortuoso finale con curve e controcurve. Con questo successo Démare consolida il suo primato nella classifica a punti mentre Peter Sagan ancora una volta ha dovuto inchinarsi allo strapotere del nuovo re dello sprint. Al terzo posto, Alvaro José Hodeg della Deceuninck-Quick-Step, poi Simone Consonni quarto.

Il lungo trasferimento della carovana da Porto Sant’Elpidio a Rimini è stato caratterizzato da cinque coraggiosi, due specialisti in fughe destinate a non andare a segno (gli stagionati Frapporti e Armee) e tre giovani italiani neoprofessionisti, Mattia Bais, Francesco Romano e Fabio Mazzucco. Ammirevole la resistenza del belga Armee, che dopo aver perso per strada i compagna d’avventura (per ultimo il talentuoso Bais) è stato riassorbito dal gruppo quando mancavano appena tremila metri. Invariata la classifica generale, con il portoghese Almeida in rosa.

La dodicesima tappa del Giro d’Italia la possiamo definire un omaggio al ciclismo amatoriale, alla Nove Colli la prima gran fondo apparsa nel panorama delle due ruote. Infatti il percorso che affronteranno i 144 superstiti della corsa rosa è lo stesso che in maggio, viene preso d’assalto da oltre dodicimila appassionati provenienti da ogni angolo della terra. Per questo la Nove Colli ha reso celebre Cesenatico non meno del suo più illustre concittadino Marco Pantani.

Nata nel 1971 per iniziativa di un gruppo di autentici pionieri, nel corso degli anni ha acquistato sempre più interesse, toccando di volta in volta record incredibili: nel 1996 per la prima volta si schierarono al via diecimila concorrenti, per festeggiare i primi quarant’anni fu stabilito un numero chiuso di partecipanti, dodicimila. L’ingresso della tecnologia sotto forma di iscrizione telematica ha completato l’opera: nel 2015 i dodicimila pettorali a disposizione furono “bruciati” in soli 4’. Oltre all’incasso (l’iscrizione costa 120 euro) la Nove Colli ha un grandissimo impatto sul turismo della zona. Il coronavirus ha cancellato l’edizione 2020 ma domenica 18 ottobre, in formato ridotto sia per quanto riguarda il chilometraggio sia per quanto concerne il numero dei partecipanti, andrà in scena una “piccola Nove Colli”, tre giorni dopo l’esibizione tanto attesa dei professionisti.