Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta il Giro d’Italia 2020 per ilCittadinoMb.it. Filippo Ganna (Team Ineos Grenadiers) ha vinto in solitaria la quinta tappa da Mileto a Camigliatello Silano, di 225 km. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Patrick Konrad (Bora – Hansgrohe) e Joao Almeida (Deceuninck – Quick – Step), che conserva la maglia rosa.
***
L’Italia è famosa nel mondo non solo per l’ineguagliabile tesoro artistico ma anche per le sue straordinarie eccellenze. Il Giro d’Italia numero 103 ce ne ha fatta scoprire una nuova. Si tratta di Filippo Ganna, un ragazzone piemontese di 192 cm per 80 chili, che ha preferito la bicicletta al basket ed alla pallavolo. È cresciuto in pista, sotto lo sguardo attento di Marco Villa insostituibile spalla di Silvio Martinello nelle Sei Giorni. Anno dopo anno oltre a collezionare titoli mondiali nell’inseguimento ha pedalato sempre più velocemente, percorrendo in pista la classica distanza dei 4 km in 4’01”, oltre i sessanta all’ora. Poi sulle strade della Monreale-Palermo di sabato 3 ottobre, cronometro inaugurale della corsa rosa, ha ottenuto la media record di 58,8 confermandosi il re delle prove contro il tempo.
Nessuno avrebbe scommesso che sul difficile traguardo di Camigliatello Lucano potesse sfrecciare la massiccia figura del ventiquattrenne Ganna schierato al Giro come gregario di Geraint Thomas, capitano dell’Ineos. Perché il percorso non gli si addiceva con quella lunga salita che conduce ai 1277 metri del Valico di Montescuro ad una dozzina di chilometri dall’arrivo. E allora alla partenza da Mileto gli era stato affidato un compito: correre in appoggio del compagno di squadra Salvatore Puccio che avrebbe puntato al successo di giornata visto che chi puntava alla maglia rosa finale, Thomas appunto, era stato costretto al ritiro.
Da bravo corazziere, il re del cronometro ha dato il là alla fuga che ha caratterizzato la tappa, le sue lunghe tirate hanno permesso di acquisire un consistente vantaggio sul gruppo dove gli uomini di classifica si controllavano a vista, ha cercato di proteggere il proprio compagno, Puccio appunto, tirando anche per lui. Alla fine uno dopo l’altro i compagni d’avventura sono saltati e Ganna, dopo aver resistito agli scatti di chi aveva speso meno energie, ha pescato dentro di sé la forza per affrontare in perfetta solitudine gli ultimi tre chilometri di salita e i dodici dell’insidiosissima discesa resa ancor più pericolosa dalla pioggia che ha martoriato i corridori insieme con il freddo pungente.
E così l’uomo-cronometro per eccellenza, che si diceva potesse tenere velocità mostruose su percorsi piuttosto brevi è stato capace di centrare una significativa vittoria di tappa dopo una fuga durata quasi 200 km. Tanto di cappello. Sul traguardo ha preceduto di 34” l’austriaco Konrad e la maglia rosa Almeida che ha intascato altri 4” di abbuono. Per il talentuoso portoghese è stata una giornata fruttifera in quanto l’equadoriano Caicedo, che in classifica lo tallonava a 2”, si è arreso al freddo accumulando un grave ritardo. Ora Almeida precede di 43” lo spagnolo Bilbao, di 48” il sempre pericoloso olandese Kelderman, di 59” il belga VanHoucke e di 1’05” Vincenzo Nibali, il maturo campione che fa ancora sognare i tifosi italiani per la vittoria finale. Nel frattempo possiamo applaudire con entusiasmo Filippo Ganna, nuove eccellenza di pedale azzurro.