Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta il Giro d’Italia per ilCittadinoMb.it. Sabato 17 ottobre si è corsa la tappa 14, la crono da Conegliano a Valdobbiadene. E super Filippo Ganna ha stappato il Prosecco.
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Per fortuna che il cronometro c’è. Per ora lo potremmo definire lo slogan del Giro d’Italia perché proprio le prove contro il tempo, grazie al talento di Filippo Ganna, riescono davvero ad entusiasmare a differenza di quelle in linea che finora hanno regalato ben poche emozioni (a parte la stupenda cavalcata solitaria proprio di Ganna a Camigliatello Silano).
Lungo i 34 chilometri della “strada del vino” che collega Conegliano a Valdobbiadene, sul durissimo Muro di Ca’ del Poggio, sui saliscendi che conducono a Col San Martino prima della insidiosa discesa che immetteva sul rettilineo d’arrivo si è assistito ad un autentico scontro tra giganti, il vecchio campione del mondo della specialità e quello che si è laureato tale nemmeno un mese fa, Rohan Dennis e Filippo Ganna.
Per ironia della sorte i due superspecialisti militano nella stessa squadra, la Ineos erede del leggendario squadrone Sky che per un decennio ha monopolizzato Tour, Vuelta e Giro. L’uscita di scena di Geraint Thomas, capitano designato, ha sconvolto i piani della formazione inglese che si è posta come obiettivo centrare il maggior numero di vittorie di tappa, dando ad ogni membro della formazione la massima libertà d’azione.
Scattato prima del giovane compagno-rivale, il trentenne australiano ha fatto da prezioso punto di riferimento. Al primo rilevamento (km 7.4) l’iridato in carica aveva un 1” di vantaggio, al secondo (km. 17,1) 5”, al terzo (km25,1) 18” per attestarsi sulla linea d’arrivo a 26”. I due amici-rivali si sono resi protagonisti di una prestazione di altissimo livello tanto che dopo il loro arrivo si è capito che nessun altro concorrente avrebbe potuto insidiarli.
Ma anche nel confronto diretto tra gli aspiranti al successo finale c’è stato un vincitore e l’ideale linea del traguardo è stata tagliata proprio dalla maglia rosa Almeida che ha allontanato tutti coloro che pensavano di rosicchiargli almeno qualche secondo.
La novità di giornata, oltre alla conferma che Ganna sembra di un altro pianeta quando inforca la bici color oro creata apposta per le crono, è rappresentata dal giovane statunitense Brandon McNulty, classe ’98, coetaneo di Almeida che grazie ad una prova eccezionale è riuscito a conquistare il terzo gradino del podio di giornata e in classifica avendo scavalcato ben sette posizioni ora occupa il quarto posto. Unico ad aver contenuto il distacco nei confronti del portoghese, sempre più performante, sempre più sicuro dei propri mezzi, l’olandese Wilco Kerdermann secondo in classifica un ritardo di 56”, gli altri sono compresi tra i 2’11” di Bilbao (terzo) e i 2’33” di Pozzovivo (retrocesso del quarto al settimo posto).
La quindicesima tappa che si conclude ai 1.290 metri di Piancavallo a detta di Vincenzo Nibali lascerà segni molto più profondi della cronometro di Valdobbiadene. Forse le Alpi sapranno regalare quelle emozioni che gli Appennini hanno negato ai tifosi di ciclismo.