«Da quando siamo stati eletti abbiamo cercato fin da subito di porre il focus su alcuni argomenti importanti, tra cui il rispetto della persona di qualsiasi genere. Nel nostro caso parliamo nella stragrande maggioranza di minorenni, di bambine e di conseguenza siamo molto attenti a tutto ciò che riguarda tale mondo». In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne del 25 novembre, Christian Brenna, presidente della Gal, Ginnastica Artistica Lissonese, affronta con il Cittadino il tema delicato del rispetto e del ruolo della donna in una disciplina prettamente femminile.
Gal Lissone, lo sport e la donna: la linea societaria (senza punizioni)
«La linea societaria è quella che si possono ottenere risultati, lavorando seriamente, ma con il sorriso. E l’abbiamo recentemente dimostrato centrando la promozione in A1 creando un ambiente estremamente sereno e famigliare – dichiara il presidente – per quanto ci riguarda la maggioranza dei tecnici sono donne, ma il nostro responsabile tecnico è Alberto Tolomini, con il quale ci siamo trovati subito in sintonia sulla linea da seguire; infatti, da noi in palestra non esistono “punizioni”, le classiche addominali o funi se non si vuole lavorare, per intenderci. Da noi esiste il dialogo tra allenatori e ginnaste, se ci accorgiamo di qualcosa di strano siamo i primi a coinvolgere la famiglia che rimane un caposaldo importante nella crescita delle ragazze ed è giusto che siano parte attiva in questo processo. I numerosi ringraziamenti ricevuti dalle famiglie sono la testimonianza che il percorso intrapreso è quello giusto».
Gal Lissone, lo sport e la donna: il rispetto in ogni settore
Per ogni settore. «Abbiamo persone qualificate che svolgono il lavoro di istruttori e di educatori – precisa – in palestra lavorano a stretto contatto sia il settore femminile che maschile ed è un’occasione che sfruttiamo per educare al rispetto reciproco, perché solo in questo modo possiamo sperare di dare le basi per futuri uomini e donne capaci di convivere nella massima considerazione, l’uno dell’altra. È determinante il clima che vogliamo instaurare in palestra e fuori, affinché ragazze e bambine possano dire la loro in maniera tranquilla e sentirsi ascoltate; deve essere un processo naturale, non forzato».
Un lavoro non facile. «Esatto, perchè significa conquistare la fiducia di tutti, ma siamo certi che con il tempo e la messa in pratica delle nostre convinzioni arriveremo ad avere il risultato sperato. In linea con quanto previsto dalla federazione, verrà anche aperto uno sorta di sportello dedicato a chi avrà bisogno di ascolto e di dialogo, perché le ragazze e le loro famiglie devono sapere che non sono sole e noi ci siamo sempre».
Gal Lissone, lo sport e la donna: lo sguardo al futuro
Obiettivi futuri? «La nostra speranza è di diventare punto di riferimento anche su episodi estranei alla palestra e che loro si sentano libere di confidarsi con i loro istruttori che sapranno poi come aiutarle, consigliarle o indirizzarle – conclude Brenna – lo sport deve essere in prima fila inviando a tutti messaggi educativi e formativi che rispettino le donne fin da giovani, come nel nostro caso. Se notiamo qualcosa che non va, dobbiamo dare i mezzi giusti affinché le ragazze possano trovare il coraggio di esporsi senza timori e il clima sereno è importantissimo».