Max Verstappen vince il Gran Premio d’Ungheria (per la seconda volta di fila), portando a casa la settima vittoria stagionale consecutiva, su una pista dominata dalla prima all’ultima curva. Sul podio, affianco all’olandese troviamo ancora Lando Norris, portacolori di una ritrovata McLaren il quale futuro, dopo l’Austria sembra essere sempre più roseo.
A salire sul gradino più basso è un Sergio Perez “nella media”, autore di qualche entusiasmante sorpasso, che tutto ha da dimostrare per mantenere il proprio sedile in Red Bull nella seconda metà stagione. Delusione per il sette volte Campione del Mondo e Poleman di giornata, Lewis Hamilton, che si aggiudica la medaglia di legno, combattendo fino all’ultimo giro per un posto sul podio. Anche Ferrari lascia i tifosi a bocca asciutta, nel 22esimo Gran Premio consecutivo senza vittorie: Charles Leclerc taglia il traguardo al sesto posto, ma concluderà la gara settimo, davanti (per soli 7 decimi) al compagno Carlos Sainz, a causa di una penalità di cinque secondi.

Caos in partenza: Hamilton scivola in quarta posizione, tamponamento a catena nelle retrovie
Seduti su cinquanta gradi d’asfalto per una delle prove fisiche più impegnative della stagione, i semafori si spengono dando via ad una partenza tanto caotica quanto spettacolare: dopo un’iniziale ottima reazione del Poleman Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo viene affiancato e superato in bagarre dalla sua nemesi: Max Verstappen, che dopo la qualifica di ieri sembra aver riportato alla luce il duello eclissato nella stagione 2023 dalla netta supremazia dell’olandese.
Concentrato nella lotta con il rivale, Hamilton viene infilato a sua volta dalle due McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris, scivolando in quella quarta posizione che non si riuscirà più a scrollare di dosso. A curva 1, il “Re” Verstappen riprende quindi il potere, mantenendo il proprio trono fino al giro numero 70. A fare un’ottima partenza degna delle prime due file è anche il ferrarista Carlos Sainz, unico a partire con gomma rossa in top ten.
Lo spagnolo, allo spegnimento dei semafori brucia ben cinque posizioni, catapultato dall’undicesimo al sesto posto, gira più forte del compagno di squadra Leclerc, davanti a lui con gomma gialla. A creare scompiglio è, invece, Guanyu Zhou: il pilota cinese, dopo un’ottima prova durante le qualifiche che portano la sua Alfa Romeo a partire dalla quinta posizione, manca la partenza. Scattando in ritardo, la sua monoposto numero 24 si rende protagonista di un tamponamento a catena in Curva 1, che costringe al ritiro entrambe le Alpine. Zhou tampona infatti Ricciardo, che tampona Ocon che tampona Gasly (che al mercato mio padre comprò): non è la prima volta che il pilota cinese si rende protagonista di un episodio simile, e, proprio per questo motivo, data la sua posizione in griglia di partenza, tutti i riflettori erano già puntati su di lui.
Leclerc penalizzato ai pit stop
Al nono giro la Williams di Alex Albon dà il via, con molto anticipo, al trenino dei primi pit stop. Tanti errori e una sosta da record definiscono una gara caratterizzata dalla strategia e giocata su diversi undercut, da parte degli inseguitori della testa della gara. Se per Ferrari, dal lato Carlos Sainz, sembra filare tutto liscio, Leclerc si dimostra nuovamente baciato dalla sfortuna, con un primo pit stop lunghissimo (durato in totale 28 secondi), a causa del malfunzionamento della pistola che avrebbe dovuto sostituire la posteriore sinistra, e una penalità di cinque secondi (che gli costerà il sesto posto) ricevuta per aver superato il limite di velocità in pit lane nel corso del secondo passaggio ai box. Se, con Fernando Alonso, anche Aston Martin combina guai in pit, almeno c’è Red Bull, e Sergio Perez, che per una volta, ne combinano una giusta, facendo segnare il record di 1.9 secondi (un secondo in meno rispetto a quello di 2.9 di Ferrari, effettuato in contemporanea).
Undicesima vittoria stagionale consecutiva per Red Bull: la supremazia di Verstappen è da record
Mentre Verstappen corre in solitaria, alla ricerca del record dell’11esima vittoria consecutiva per Red Bull da inizio stagione, prendendosela per fino con calma all’ultimo pit stop, nella testa della “gara parallela” si assiste fino all’ultimo giro ad interessanti bagarre. Alonso, Hamilton, e Perez, “storici della Formula 1” sembrano gridare che hanno ancora qualcosa da dimostrare, mentre Russell e Piastri, giovani “nuove leve” lottano per far vedere al mondo di che pasta sono fatti. Perez, accompagnando fuori pista l’australiano di McLaren, dopo un’accesa lotta, conquista il terzo posto, mentre Hamilton spinge fino all’ultimo per raggiungere il messicano e scalzarlo dal podio. Daniel Ricciardo, al suo ritorno in Formula 1 conclude 13esimo, al di fuori dalla zona punti, ma pur sempre davanti al compagno di squadra Tsunoda (15esimo). Sul gradino più alto c’è sempre e solo Max Verstappen, che, in una gara dominata dalla prima all’ultima curva, riesce a strappare anche il giro veloce.