“Forza Azzurri fateci sognare. Buona fortuna Matteo Pessina Monza è con te!”. Venerdì 11 giugno inizia il campionato Europeo: la partita inaugurale di Euro 2020 (che si gioca un anno dopo causa pandemia) è Italia-Turchia a Roma (ore 21). Il primo campionato diffuso e itinerante si sviluppa tra undici città ospitanti fino alla finale dell’11 luglio a Londra.
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Occhi puntati sull’Italia e su Matteo Pessina, che alla vigilia della manifestazione hanno ricevuto l’incoraggiamento dell’Ac Monza che aveva tenuto a battesimo il centrocampista nel suo primo match ufficiale.
Mercoledì 2 ottobre 2013: all’età di 16 anni e poco più di quattro mesi, Pessina esordisce con la maglia del Monza in una partita ufficiale di Coppa Italia. Per lui, nato e cresciuto in città, è l’inizio di un sogno.
Viene notato dalla Juventus che chiede un’amichevole in tutta segretezza per visionarlo (vinceranno i bianconeri per 4-1 senza che vengano mostrati i tabellini), senza però intuirne fino in fondo il potenziale. Esplode letteralmente la stagione successiva caricandosi sulle spalle una squadra costretta al fallimento da proprietà improbabili e alla fine viene acquistato da Galliani al Milan prima che la società affondi, cosicché con quei soldi si potessero pagare i dipendenti di Monzello.
Girovaga per un anno cercando il suo spazio, rischia anche di finire a margini, ma una volta trovata la confidenza con il calcio dei grandi al Como in Serie C, ci ha messo poco ad arrivare in Serie A, esordendo con l’Atalanta (in cui finisce per intrecci di mercato) prima di sbocciare a Verona (35 presenze e 7 gol) e confermarsi alla Dea con Gasperini, giocando in Champions e diventando titolare nella seconda parte di stagione (28 presenze e 2 gol).
In epoca moderna, Pessina è il quarto giocatore nato a Monza dopo Massaro, Casiraghi ed Antonioli a vestire la maglia azzurra della Nazionale maggiore (dopo l’Under 21). Il suo numero sarà il 12. Partirà da dietro nei ranghi di Mancini che l’ha ripescato dopo l’infortunio di Sensi, ma soprattutto ci arriva con pieno merito, perché negli ultimi due anni il figlio della città di Teodolinda è cresciuto esponenzialmente.