Lentate sul Seveso dice addio a uno dei personaggi più importanti della sua storia sportiva: il grande gregario Beppino Dante per tutti semplicemente Peppino. A strapparlo all’affetto dei suoi familiari mercoledì 21 novembre è stato l’aggravarsi dello stato di salute dopo un arresto cardiaco. Peppino, 87 anni compiuti il 26 marzo, è morto all’ospedale di Desio. I funerali sono in programma venerdì 23 novembre alle 14, nella chiesa di San Vito.
È stato un ciclista d’altri tempi, esempio vivente di sforzi epici, degli anni in cui le borracce si riempivano solo se sul tragitto soltanto c’erano fontane e dei miti come Coppi e Bartali. Un gregario instancabile, generoso. Originario di Piove di Sacco, in provincia di Padova, si era trasferito in Lombardia da bambino. La prima bicicletta gliel’avevano regalata gli amici, lui soldi non ne aveva, e da allora non è più sceso.
Ha gareggiato per la Asborno, la Ignis, la Fides. Nel 1959 c’era anche lui dietro la vittoria alla Milano-Sanremo di Miguel Poblet e soprattutto nel 1961 il Giro d’Italia firmato Arnaldo Pambianco aveva alle spalle la fatica e il sudore anche di Peppino Dante. Peppino ha indossato la maglia della Legnano, della Molteni e della Gbc. Nel suo palmares conta anche una vittoria di tappa al Giro di Catalogna. La sua ultima uscita pubblica è stata a settembre durante la festa dello sport a Lentate sul Seveso con l’intitolazione del centro sportivo comunale al compianto portiere Ottavio Bugatti.
«Era un maestro – lo ricorda uno dei figli, Fabrizio, che insieme a lui gestiva l’enoteca “Dante” – Diceva: “Nella vita bisogna soffrire tanto, si ottiene sempre qualcosa con i sacrifici”». Peppino oltre ai figli Fabrizio e Fabio lascia la moglie Iolanda, sposata 55 anni fa.