Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, olimpionico d’oro brianzolo a Roma 1960

Lutto nel mondo dello sport brianzolo: è morto a Desio Luigi Arienti protagonista alle Olimpiadi di Roma 1960.
Ciclismo Arienti Luigi primo a sinistra
Ciclismo Arienti Luigi primo a sinistra con Mario Vallotto, Franco Testa e Marino Vigna

Lutto nel mondo dello sport brianzolo: è morto a Desio, dove era ricoverato in una residenza sanitaria, Luigi Arienti protagonista alle Olimpiadi di Roma 1960 della cavalcata d’oro del quartetto dell’inseguimento a squadre (ciclismo su pista) insieme a Marino Vigna e Franco Testa (gli unici ancora in vita) e Mario Vallotto. Dopo il successo a Roma ha corso tra i professionisti per tutti gli anni Sessanta sempre con la pista come punto di riferimento.

Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, per tutti “Luis” di San Carlo

Luigi Arienti, ma per tutti “Luis” alla lombarda era nato il 6 gennaio del 1937 e la sua carriera ha avuto inizio grazie all’interessamento del fratello Angelo. Dopo le scuole dell’obbligo, durante le vacanze, era garzone in una bottega di ciclista, attività che gli piaceva e quindi, nel 1953 iniziò a gareggiare fra gli Esordienti per la gloriosa Salus di Seregno, comune confinante con San Carlo, la località di Desio dove Arienti è nato e sempre vissuto.

Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, il Pedale Cambiaghese

La prima stagione si concluse con una vittoria ed alcuni piazzamenti. L’anno successivo il passaggio nella categoria Allievi e, sempre con la maglia della Salus, arrivarono ben sei successi. Poi il passaggio nelle categorie superiori al Pedale Cambiaghese (in un centro ciclistico che ha in Ernesto Colnago il nome di rilievo mondiale) e quindi il periodo del servizio militare, inquadrato nella Faema Preneste di Roma, dove correva pure Vittorio Adorni con il mago della pista Guido Costa e Elio Rimedio, i commissari tecnici azzurri, che seguivano dappresso il giovane lombardo e altri azzurrabili.

Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, il 1960

Un periodo felice, divertente, lo ricordava così Luigi Arienti che nelle categorie d’introduzione al professionismo ha ottenuto vari e crescenti successi su strada. Ritornando alla sua carriera, coi colori del Pedale Cambiaghese le vittorie divennero 14. I successi cominciarono a dare l’esatta dimensione a questo atleta tanto che nel 1958 come Dilettante di 1° le vittorie furono dieci. Seguirono, nonostante il servizio militare, quindici successi nel 1959 e ben 41 nel 1960, quando vinse praticamente tutto: Campionato Lombardo e Laziale sia su pista che nel cross, i Giochi del Mediterraneo su pista, il Trofeo De Gasperi e una prova olimpica su strada. Indossò la maglia azzurra alle Olimpiadi di quell’anno e in formazione con Testa, Vallotto e Vigna compì un’impresa eccezionale vincendo la medaglia d’oro a tempo di record nell’Inseguimento sui 4000 metri in pista.

Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, professionista alla Molteni di Giorgio Albani

Dopo le Olimpiadi di Roma Arienti passò professionista nel 1961 alla Molteni diretta dal monzese Giorgio Albani. Vi rimase per due stagioni cogliendo tre vittorie (Colonia, prova Trofeo Cougnet e a Camaiore in Circuito). Consapevole delle difficoltà delle corse su strada Arienti pensò bene di praticare la pista iniziando a fare le Sei Giorni (indossando tra l’altro le maglie di Ignis e GBC)  e nel 1961 si presentò a quella di Milano, in coppia con il lussemburghese Gillen, in maglia Termozeta. La seconda Sei Giorni la disputò l’anno successivo, sempre a Milano in coppia con Castens giungendo all’11mo posto in quanto il tedesco, vittima di un attacco febbrile, dovette abbandonare negli ultimi due giorni.

Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, l’attrazione della pista

Sempre più attratto dalla pista Arienti cominciò a lasciare la strada per dedicarsi, con maggiore impegno, in questo settore. Nel quinquennio 1961/65 al Campionato Italiano ad inseguimento si classificò sempre al secondo posto preceduto da Faggin. Visto che aveva davanti un fenomeno passò alla specialità dietromotore, ma anche qui De Lillo e Domenicali gli tolsero la soddisfazione del tricolore. Per questo Arienti venne affettuosamente soprannominato “l’eterno secondo”.

Ha lavorato anche come collaboratore scolastico, custode e tuttofare benvoluto da tutti, alle scuole elementari della sua San Carlo, curato i giovani ciclisti e si è divertito pure quale cicloamatore ottenendo molte vittorie. Ha seguito anche i primi passi ciclistici della sua secondogenita Barbara ma non l’ha spinta più di tanto, mentre la primogenita Nadia non ha sentito il richiamo della bicicletta.

Ciclismo in lutto: è morto Luigi Arienti, i funerali

I funerali di Luigi Arienti verranno celebrati sabato 10 febbraio alle 16  nella chiesa parrocchiale a San Carlo.