Calcio, colpo di scena a Seregno: Paolo Barzaghi si candida per il progetto di ripartenza

Il presidente che condusse la piazza locale nei mitici anni settanta in serie C ha affidato a Pietro Giuliani l'incarico dei rapporti con l'amministrazione. Coinvolti per la parte sportiva Eros Pogliani e Claudio Pozzi
La facciata esterna dello stadio Ferruccio

«Non sarò io ad occuparmi personalmente né della parte sportiva, né di quella della gestione degli impianti. Ho la mia età e quello che dovevo fare, ormai l’ho fatto. Ma voglio dare il mio contributo per far ripartire ancora una volta il calcio a Seregno e lasciare in eredità un museo dello sport locale allo stadio Ferruccio, che mi piacerebbe inaugurare nel 2025, quando Seregno sarà città europea dello sport». Poche parole, come è costume del personaggio, senza troppi fronzoli, per dire che la famiglia Barzaghi c’è e si vuole fare carico del progetto di rinascita del movimento calcistico seregnese, come già avvenne nel 1999, quando fu Giangi Barzaghi a fondare e presiedere per primo il 1913 Seregno, oggi diventato inattivo. Le ha affrescate Paolo Barzaghi, il Dottore, dopo l’incontro in cui venerdì 23 febbraio ha affidato a Pietro Giuliani, avvocato con studio in città, già presidente azzurro per un brevissimo periodo una ventina di anni fa, l’incarico di portare avanti con l’amministrazione comunale i contatti per la definizione delle modalità di gestione dello stadio Ferruccio e del centro sportivo Seregnello per conto della Gestione Impianti Sportivi Seregno, società in via di costituzione, mentre per la parte sportiva i dettagli saranno curati da Eros Pogliani, a sua volta già presidente e direttore sportivo del 1913 Seregno, e Claudio Pozzi, presidente dell’Fbc Seregno. «Mi farò avanti con l’amministrazione comunale presto -ha confermato Giuliani-. Quella pubblicata è una procedura di dialogo competitivo e desideriamo capire come muoverci. Certamente, c’è un interesse ad approfondire la tematica».

Calcio: una candidatura che scompagina le carte

Il presidente che condusse la piazza locale nei mitici anni settanta in serie C ha affidato a Pietro Giuliani l'incarico dei rapporti con l'amministrazione. Coinvolti per la parte sportiva Eros Pogliani e Claudio Pozzi
Paolo Barzaghi, a sinistra, con Pasquale Corbetta, all’epoca della sua esperienza
presidenziale negli anni settanta

Siamo di fronte ad un vero e proprio colpo di scena. Fin qui, i nomi circolati come possibili candidati nell’ambiente erano quelli di Maurizio Fazzalaro, imprenditore nel settore delle pulizie industriali, Salvatore Rombolà, imprenditore nel settore edile, e Stefano Verga, imprenditore con interessi in svariati settori, tra cui abbigliamento antinfortunistica ed imballaggi, che è presidente del Como Women, sodalizio che milita nella serie A femminile e disputa le sue gare interne allo stadio Ferruccio, con sullo sfondo la figura di Carmine Castella, imprenditore nel settore termotecnico, altro ex presidente azzurro, attualmente impegnato con la Pro Sesto. Le preferenze della tifoseria, ormai da mesi, erano state indirizzate a Verga, con tanto di lettera aperta della Curva Nord al sindaco Alberto Rossi, per chiedergli di affidare a lui l’incarico della rinascita. Ora, al di là degli aspetti tecnici e di valutazione delle proposte che la procedura di dialogo competitivo saprà intercettare, saranno da capire le reazioni della piazza all’uscita di Paolo Barzaghi, marito di Amelia Busini, nipote di Umberto Trabattoni, la personalità di maggior rilievo che ha solcato l’ambiente azzurro in 110 anni di storia. Barzaghi è stato presidente negli anni settanta, all’epoca della prolungata militanza sui campi della serie C, scrivendo pagine conservate indelebilmente nel romanzo dello sport cittadino. «Concederò spazio ai giovani -ha concluso l’interessato-. Ci sono nuove leve anche in famiglia che possono essere coinvolte nel progetto». Insomma, siamo ancora in una fase embrionale, ma di carne al fuoco sembra essercene tanta…