Monza – Sempre più aperto verso l’esterno il carcere di Monza, che entro i prossimi mesi darà vita a due nuovi accordi economici, frutto dell’impegno della cooperativa Sociale 2000 (che fa parte del consorzio Ex. it) e dell’amministrazione carceraria: con la società di servizi Compass, che ha in gestione gli alloggi degli studenti dell’università Bocconi, e con l’azienda di divani Chateau d’Ax. Ad annunciarlo è stato il direttore della casa circondariale, Massimo Parisi, durante la visita ai laboratori di via Sanquirico promossa dalla Regione Lombardia e da Unioncamere Lombardia, che hanno avviato il progetto «Responsabilità sociale di impresa: lavoro, carcere e impresa», che ha coinvolto tutte le carceri lombarde.
Due quindi le novità per quanto riguarda la casa circondariale di Monza. La prima commessa, già confermata dalla sigla del contratto, permetterà di estendere l’utilizzo della lavanderia del carcere, che ora funziona solo per l’uso interno e per le realtà che sono collegate al consorzio (Cascina Cantalupo e casa di accoglienza Giovanni Paolo II), aprendo per la prima volta il servizio anche all’esterno. La Compass, infatti, ha in gestione il servizio di lava – nolo per 440 posti letti destinati agli studenti della Bocconi. Dalla lavanderia di Sanquirico, a partire dal prossimo gennaio, passerà ogni settimana tutto il set completo di biancheria per ciascun posto letto: lenzuola, federe e salviette.
Ora a occuparsi della lavanderia sono cinque detenuti, che lavorano dalle 8 alle 17. Da gennaio il volume di lavoro è destinato ovviamente a crescere, tanto che la Sociale 2000 ha già richiesto al direttore Parisi un incremento del personale di almeno tre unità, compreso quello che in gergo tecnico viene definito un “articolo 21”, e cioè un detenuto incaricato di effettuare delle consegne esterne. La Sociale 2000 ha già investito in questo nuovo progetto 30.000 euro, spesi per l’acquisto della biancheria.
Ancora da definire, invece, l’accordo con la Chateau d’Ax, che ha già visitato i locali del carcere destinati ai laboratori, esprimendo un primo parere favorevole. L’idea è quella di sfruttare l’ampio salone dove oggi vengono assemblati i pezzi di pellet. Usando i macchinari della falegnameria interna i detenuti potrebbero costruire il telaio del divano. Un progetto che, se dovesse realizzarsi così come è stato concepito dai responsabili della cooperativa Sociale 2000, potrebbe anche dare lavoro ad alcune detenute. L’ipotesi, infatti, è quella di coinvolgere le donne durante la fase di taglio e cucito delle stoffe utilizzate per ricoprire i divani.
Novità a parte, continuano a lavorare a pieno ritmo, o quasi, tutti gli altri laboratori: dalla legatoria, dove oggi sono impiegati due detenuti, alla nuova copisteria, ancora in fase di start up. Altri sei detenuti sono occupati nei lavori della Job Insiede, l’impresa che gestisce le commesse per l’Atm, mentre un gruppo di sette provenienti dalla sezione alta sicurezza si occupa della vetreria, che produce per la ditta Paci di Seregno, e della commessa ottenuta dalla ditta Trilogy per conto della Samsung. Al femminile sono oggi tredici le donne impiegate nei lavori di assemblaggio per aziende importanti come la Peg Perego, gestite dall’azienda Oportunity.
Sarah Valtolina