Monza – E’ agli inizi degli anni Settanta che Eugenio Corti decide di dedicarsi completamente alla scrittura. E’ lui stesso a dire: “Nel 1969/70 ho deciso risolutamente che, dai cinquant’anni in poi, non mi sarei occupato d’altro che di scrivere. Ed effettivamente il 31 dicembre 1972 ho troncato qualsiasi attività di ordine economico”. L’opera a cui sta per mettere mano è il suo romanzo più conosciuto “Il cavallo rosso” che, nel mese di dicembre la rivista “Figaro Littéraire” ha inserito al terzo posto tra i migliori romanzi italiani degli ultimi anni dopo “Un amore “ di Buzzati e “Il nome della rposa” di Umberto Eco.
Alla scrittura Corti dedica undici anni e si conclude nel 1983.
Il libro è una trilogia ed è composto da Il cavallo rosso, che dà il titolo a tutta l’opera e racconta le vicende della prima parte della guerra (anni 1940-1943),Il cavallo livido, che racconta la seconda parte della guerra (biennio 1943-1945) con tutti i suoi tragici strascichi e L’albero della vita, che narra le vicende relative alla ripresa della vita quotidiana dopo il conflitto, spingendosi fino agli inizi degli anni Settanta (si arriva fino al 1974). Si tratta del romanzo di una generazione, che affronta le vicende dell’Europa a partire dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Nel romanzo vengono narrate le vicende che hanno coinvolto l’autore in prima persona, diventando però anche la descrizione delle idee che hanno modellato, non sempre in modo positivo, il Novecento.
Nonostante le grandi difficoltà iniziali per la pubblicazione il romanzo diventa un caso editoriale, tradotto in sette lingue e giunto lo scorso anno alla sua 25 edizione.