Le quattro stagioni di Nicola Magrin sono il tocco rapido e leggero degli haiku: così vicini per indole e pratica alla sua arte, l’acquerello campito a pennelli del Sol levante sulla carta in tratti che sono soprattutto evocativi.
Sono gli haiku, i brevissimi componimenti poetici del Giappone, ad accompagnare l’arte del monzese nell’ultimo libro pubblicato con Salani editore, “Primavera, estate, autunno, inverno”, (192 pagine, 24 euro) cento poesie selezionate da Irene Iarocci (che cura anche la prefazione) che Magrin ha illustrato.
Arte e libri: Nicola Magrin e il tocco leggero dell’haiku, alcune opere
“La fragranza delicata dei fiori di ciliegio, il sole infuocato che finalmente si placa quando incontra il mare, un frutto di melograno abbandonato a terra tra le foglie gialle e scricchiolanti, il silenzio frastornante della prima neve che luccica sotto un raggio di pallida luna” si legge nella presentazione, istantanee della scansione delle stagioni che si rispecchia in “un’armonia perfetta tra testo e immagini, che ci avvolge leggera come il profumo delle prime gocce di pioggia e decisa come il sapore dolce del sake”.
I versi di Takahama Kyōshi per esempio (1874-1959): Kare ichigo/Ware ichigo/Aki fukami kamo, cioè “Lui – una parola,/Io – una parola, /e incalza l’autunno”. Oppure Katō Kyōtai (1732-1792): “Dallo zefiro /sospinta è la fanciulla…/ irata beltà”. E infine Kobayashi Issa (1763-1827), poeta – anzi haijin – che ”si distingue, in arte, per la profonda, bonaria umanità e per la ricca varietà di registri, così come, nella vita privata, per la serenità con cui seppe accettare non poche sventure”: “Di rara bellezza, / un aquilone /si leva verso il cielo, /dalla capanna del mendico”.



Arte e libri: Nicola Magrin e il tocco leggero dell’haiku, incontro alla Villa reale il 7 dicembre

Del volume se n’è parlato con l’autore nei giorni scorsi al Libraccio di via Vittorio Emanuele all’interno del programma di BookCity: il titolo dell’incontro “Haiku: la ricerca della pace dell’anima”.
Ma non è tutto: Nicola Magrin è coprotagonista anche della mostra antologica dedicata a Vivian Maier al Belvedere della Villa reale, prodotta da Vertigo Syndrome e di cui il Cittadino è media partner: gli organizzatori la scorsa estate, come ha raccontato lo stesso artista, gli hanno chiesto di lasciarsi ispirare dagli scatti della fotografa statunitense per creare una serie di acquerelli – è prassi consolidata di Vertigo coinvolgere artisti che interpretino il tema delle mostre che propone. Magrin ha accettato, optando naturalmente per un inchiostro nero (che realizza da sé a partire dai pigmenti) che restituisce l’immaginario e i temi cari alla fotografa.
Ora le opere sono allestite sia negli originali sia in una serie di ingrandimenti fotografici al Belvedere. Ed è lì, tra poche settimane, che se ne potrà parlare con lui, in un incontro collaterale alla mostra condotto da Giovanna Canzi: è in agenda alle 16 di sabato 7 dicembre in Villa reale.