Vivian Maier mai vista: la Villa reale di Monza per la pioniera della street photography

La mostra "Unseen" prodotta da Vertigo Syndrome al Belvedere della Reggia, con il Cittadino media partner. La presentazione ufficiale.
Vivian Maier alla Reggia di Monza
Vivian Maier alla Reggia di Monza Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Un mistero, la scoperta e il lavoro. Per Anne Morin, studiosa di fotografia e tra le più attente lettrici del lavoro di Vivian Maier, e curatrice della mostra aperta a Monza, sono gli elementi inscindibili dell’intero percorso dell’americana. Ma Vertigo Syndrome ha deciso di concentrare il suo progetto alla Villa reale con una rasoiata di Occam: fare uscire Maier dalla singolarità di quella vita passata a scattare per strada e lasciare il campo soltanto alla qualità delle sue immagini. Quelle, dice la società culturale cofondata da Chiara Spinnato, che la confermano come una delle più importanti street photographer del ventesimo secolo. «Ora la Villa reale di Monza, con questo spazio teatrale e sublime del Belvedere, è al centro del mondo» ha detto Morin, che da 15 anni studia Maier dopo che a New York, nel 2011, le fecero vedere una manciata di scatti. «Ho immediatamente pensato che occorresse rendere omaggio a quella donna»

Vivian Maier alla Villa reale di Monza e gli studi di Anne Morin

“Unseen” lo fa, come spiega il titolo, anche portando al Belvedere una parte importante di scatti inediti selezionati tra quelle 120mila immagini che Vivian Maier aveva realizzato nel corso della sua vita e che furono solo per caso rinvenute un anno prima della morte dell’autrice.

Vivian Maier alla Reggia di Monza
Vivian Maier alla Reggia di Monza

«È nel cuore della società americana, a New York dal 1951 e poi a Chicago dal 1956, che Vivian, osserva meticolosamente il tessuto urbano che riflette i grandi cambiamenti sociali e politici della sua storia – dice ancora Anne Morin – È il tempo del sogno americano e della modernità sovraesposta, il cui dietro le quinte costituisce l’essenza stessa del lavoro di Vivian Maier». Nel suo stile, analizza Vertigo, convergono l’infanzia trascorsa in Francia e il sapore dei quella sarebbe passata alla storia come fotografia umanista e gli Usa arrembanti del secondo dopoguerra, mescolando Robert Doisneau e Diane Arbus, Henri Cartier Bresson e Robert Frank.
«Vivian Maier non aveva ambizioni professionali e credo che per lei la fotografia fosse un territorio di libertà, come descritto da Virginia Woolf in “Una stanza tutta per sé”. Per Vivian Maier la fotografia è una stanza tutta sua» ha detto pochi anni fa Anne Morin, intervistata da Federico Emmi per il magazine Discorsi fotografici, sottolineando una volta di più che «tutto ciò che non è il suo lavoro (fotografico, ndr) non mi interessa molto. È inutile, fa rumore, mette in ombra il lavoro». Ma quell’unseen, non vista, del titolo, è ancora altro. «Sono gli anni del sogno americano – ha sintetizzato la studiosa a Monza – e chi non ne fa parte è invisibile. Non esiste. E questa non esistenza diventa la specificità della sua fotografia, di chi osserva gli altri. Una collezionista del mondo» che, tra l’altro, è stata una precorritrice dei selfie, con 500 autoscatti all’anno, un modo ratificare la propria esistenza in vita.

Vivian Maier alla Villa reale di Monza: che cosa c’è

La mostra è stata prodotta da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography (Madrid), con la Reggia e ha come media partner il Cittadino. Al Belvedere si potranno scoprire 220 fotografie, divise in 9 sezioni, “che esplorano i temi e i soggetti caratteristici del suo stile: dagli autoritratti alle scene di strada, dalle immagini di bambini alle persone ai margini della società, avventurandosi anche in aspetti sconosciuti o poco noti di una vicenda umana e artistica non convenzionale”. Non solo bianco e nero: a Monza anche scatti a colori, molto rari, oltre a filmati in formato Super 8, provini a contatto, audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti, come le macchine fotografiche Rolleiflex e Leica. Nello stile di Vertigo, la mostra sarà affiancata da eventi collaterali come workshop artistici, conferenze sulla storia della fotografia, laboratori per i bambini e altre iniziative strettamente collegate al mondo della fotografia e dell’immagine in generale.
Infine, una sala speciale, dove sarà possibile “essere Vivian Maier”.

Vivian Maier. Unseen
Belvedere della Villa Reale
17 ottobre – 26 gennaio
Informazioni e prevendita: vivianmaierunseen.com
Orari: mercoledì, giovedì, venerdì 10-16 (ultimo ingresso alle 15), sabato e domenica 10.30–20 (ultimo ingresso alle 19)
Biglietti: intero 16,50 euro, ridotto 14 euro (under 18, over 65, visitatori della Villa Reale di Monza con il biglietto per il medesimo giorno), ridotto Musei civici 12 euro (portando il biglietto dei Musei), ridotto convenzionati 13 euro (Istituto italiano di fotografia, Circolo fotografico monzese, convenzionati Trenord), ridotto universitari 13 euro (solo il giovedì mostrando il badge universitario), ridotto speciale bambini dai 7 ai 12 anni 6 euro, omaggio visitatori disabili (la invalidità superiore al 74%).