Vimercate: rinvio a giudizio per Paolo Brambilla e Roberto Rampi

Il sindaco e l’ex vicesindaco, ora deputato, coinvolti nella vicenda dei lavori di recupero di Villa Sottocasa. Le accuse, contestate a vario titolo, riguardano reati di falso, violazione di norme sulla tutela dei Beni culturali e abuso d’ufficio.
Vimercate: rinvio a giudizio per Paolo Brambilla e Roberto Rampi

Rinvio a giudizio per tutti e sei gli imputati coinvolti nella vicenda giudiziaria nata dal recupero di Villa Sottocasa, a Vimercate. Tra questi, ci sono anche il sindaco Paolo Brambilla, l’ex vicesindaco Roberto Rampi, attuale deputato del Pd. A processo anche il dirigente del settore urbanistica del comune Bruno Cirant e altre tre persone, tra cui un altro funzionario pubblico, il titolare dell’impresa Ivo Redaelli, e un ultimo imputato, accusato in relazione ad una presunta falsa attestazione. Questa la decisione adottata oggi dal gup del tribunale di Monza Alfredo De Lillo, al termine della breve udienza celebrata in mattinata, alla quale si è arrivati a seguito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dai pm Caterina Trentini e Manuela Massenz.

Le accuse, contestate a vario titolo, riguardano reati di falso, violazione di norme sulla tutela dei Beni culturali, e abuso d’ufficio. Le accuse, per Brambilla e Rampi, sarebbero di non aver sospeso i lavori, autorizzati da una Dichiarazione di inizio attività difforme da quella originale (che secondo la procura rappresenta un falso: accusa contestata al privato costruttore), e di aver omesso di sporgere denuncia. I due amministratori, difesi dagli avvocati Francesca Garisto e Maria Rosa Riva Carlomagno, del foro di Milano, dopo il ricevimento dell’avviso di fine indagini da parte degli uffici della Procura della Repubblica, si erano fatti interrogare dagli inquirenti. I pm, avevano comunque chiesto il rinvio a giudizio.

Le presunte irregolarità contestate in relazione ai lavori sulla dimora storica, invece, riguarderebbero degli interventi non aderenti ai vincoli imposti dalla Soprintendenza ai beni culturali per il restauro, relativamente alla copertura dell’edificio (la rimozione di alcune travi di legno del tetto senza previa comunicazione), all’uso degli intonaci, e al recupero dei locali in cui un tempo trovava spazio un piccolo teatro. Sarebbero, inoltre, difformi i progetti allegati alla dichiarazione d’inizio attività depositati in comune, e quelli che invece avevano avuto il benestare della Soprintendenza.

A far partire gli accertamenti della procura brianzola, era stato un esposto presentato dall’architetto Rossella Moioli nel 2011, responsabile dei lavori di ristrutturazione dell’ala pubblica di villa Sottocasa, (la parte sud dell’edificio in cui sono stati ricavati i locali del Must). La ristrutturazione della torre di Villa Sottocasa, invece, è stata completa a febbraio dello scorso anno.

Brambilla non ha voluto rilasciare alcun commento, limitandosi a ribadire di avere piena fiducia nei magistrati.