«Non è accettabile che il molestatore di mia figlia sia tornato a casa sua, a poche decine di metri dalla nostra abitazione. Intendo battermi perché questa persona sia rimessa in carcere o almeno perché sia allontanata da Vimercate. È una questione di giustizia, di rispetto, di sensibilità diffusa verso l’intera comunità e verso chi ha patito odiosi soprusi da parte di quest’uomo». A parlare è la mamma dell’alunna che a fine gennaio ha rivelato di aver subito nei bagni delle elementari Filiberto le morbose attenzioni del bidello 65enne Amelio Congiu e di aver fatto così scattare le indagini dei carabinieri di via Chiesa, concluse ai primi di febbraio con l’arresto in flagranza dell’uomo.
I capi d’accusa
I capi d’accusa sono violenza sessuale aggravata su alcune alunne d’età compresa tra gli 8 e i 10 anni e falso in atto pubblico perché al momento dell’assunzione come collaboratore scolastico Congiu aveva autocertificato un casellario penale immacolato nascondendo di essere stato condannato, neppure venticinquenne, e di aver scontato il carcere per un grave abuso sessuale commesso nel 1971 su una dodicenne, aggredita in una chiesa in Calabria. Il bidello di origine sarda, residente in città con la moglie e da otto anni in servizio alla scuola di piazzale Martiri vimercatesi, dal mese scorso è agli arresti domiciliari. Una misura cautelare attenuata decisa dal gip ma che i genitori della bambina ritengono potenzialmente dannosa oltre che iniqua. Non è solo il comprensibile e umano sdegno delle vittime davanti al trattamento più morbido riservato dai tribunali ai carnefici ad accendere la rabbia di questa mamma.
«Le ha fatto del male»
“Congiu risiede in uno stabile vicino a casa nostra –ha spiegato ancora la donna riferendosi all’intera vicenda- Mi chiedo se il giudice abbia valutato appieno questa circostanza. Abbiamo capito che si trova comunque in stato di arresto e che non può uscire di casa, ma Vimercate non è una metropoli dove le distanze anche piccole si amplificano. Qui è il contrario. Mia figlia ha saputo capire che gli atteggiamenti all’apparenza giocosi di questa persona in realtà erano insani e ha saputo reagire per fortuna sua e delle altre bambine. Questo non significa che non abbia riportato una sofferenza psicologica, anche per tutto quello che ne è seguito. Non oso immaginare la sua reazione se sapesse che ora lui è qui vicino, in una casa davanti alla quale dobbiamo passare tutti i giorni. Per mia figlia Congiu è una persona cattiva, che le ha fatto del male, che è pericolosa. È assurdo che un bambino molestato si ritrovi con il molestatore come vicino di casa”.