Nuove rassicurazioni del Ministero degli Esteri per Ikram Nzihl la studentessa 23enne nativa di Vimercate e attualmente detenuta nel carcere di Marrakech per un post pubblicato su Facebook contro un versetto del Corano. A dare un aggiornamento sulla vicenda è stato il deputato leghista Massimiliano Capitanio che nella giornata di mercoledì 28 luglio ha interloquito col dicastero degli Esteri alla Camera sulla questione.
«Oggi, in Commissione Esteri, abbiamo avuto la rassicurazione da parte del sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, della massima attenzione da parte della Farnesina e di un pieno sostegno alla famiglia e all’avvocato. Senza invasioni di campo, abbiamo chiesto al ministero un ulteriore impegno nel dialogo con le autorità marocchine, per arrivare almeno alla concessione dei domiciliari alla ragazza – ha fatto sapere Capitanio -. Chiediamo inoltre un approfondimento per capire se quello di Ikram sia un caso isolato o se sia in corso un monitoraggio, anche attraverso i social, dei comportamenti e delle libertà dei cittadini con doppia cittadinanza, perché questa seconda ipotesi sarebbe grave e preoccupante. Un ringraziamento all’ambasciatore e ai consoli che stanno garantendo almeno una visita settimanale in carcere alla ragazza per farle sentire il supporto e la vicinanza dello Stato».
Come confermato dalla Farnesina, la ragazza è nata a Vimercate il 6 maggio 1998 e attualmente era residente ad Avignone per motivi di studio. È stata condannata in primo grado a 3 anni e mezzo di carcere e a una multa di 50.000 Dirham per offese alla religione. Ikram era stata fermata il 19 giugno al suo arrivo a Marrakesh e incarcerata il 28 giugno. Il 23 luglio ha ricevuto una nuova visita in carcere da parte dell’ambasciatore a Rabat, Armando Barucco. Il Consolato generale a Casablanca sta monitorando lo stato di salute della ragazza attraverso il proprio medico di fiducia.
Solo martedì 27 luglio lo stesso Capitanio aveva fatto sapere: «domani alla Camera sarà discussa l’interrogazione della Lega sul caso di Ikram. Siamo certi che la risposta del ministero degli Esteri confermerà la dovuta attenzione dell’Italia a questo caso. Nel rispetto delle autorità e delle leggi locali, il risultato che auspichiamo è la scarcerazione della studentessa che, a 23 anni, rischia di rimanere in carcere per tre anni e mezzo per aver condiviso un post su Facebook. È questa la sollecitazione che avanziamo al ministro con la nostra interrogazione. A breve, inoltre, potrebbe celebrarsi il processo di Appello e quella sarà la sede per meglio chiarire la posizione della ragazza. Molta attesa c’è anche per la grazia che verrà concessa a molti cittadini del Marocco in occasione della festa del trono del 30 luglio. L’Italia ha il dovere di dialogare con le autorità marocchine, perché il caso Ikram potrebbe non rimanere isolato».