Chiuse le indagini della procura di Monza per la morte di Stacey Oledibe, la 14enne studentessa del liceo Banfi di Vimercate investita la mattina del 14 ottobre 2017 dall’auto guidata da una ragazza 19enne, anche lei, all’epoca del fatto, iscritta all’Omnicomprensivo. Omicidio stradale e omissione di soccorso sono le accuse che pesano sull’investitrice, per la quale si profila a breve la richiesta di rinvio a giudizio da parte del sostituto procuratore Michela Versini
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Stacey, quella mattina (era sabato), stava attraversando la strada in via Galbussera nei pressi della centrale piazza Marconi. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia locale, che aveva effettuato i rilievi sul posto e raccolto le testimonianze dei presenti, la giovane era sulle strisce pedonali quando venne centrata in pieno dalla Opel Agila guidata da 19enne.. Allegato al verbale di incidente stradale redatto dai vigili, la testimonianza di un passante, il quale sostenne che la diciannovenne, appena scesa dalla macchina, si era avvicinata al punto in cui giaceva Stacey, agonizzante. Sotto choc, la giovane automobilista avrebbe chiesto ripetutamente di essere rassicurata che l’altra ragazza non fosse morta.
Circostanza, questa, su cui il legale della difesa (l’avvocato Greta Marchesi) potrebbe far leva per contestare almeno l’accusa di omissione di soccorso, che aggrava ulteriormente la posizione dell’indagata. È confermato, comunque, che quest’ultima, sopraffatta dal panico, risalì in macchina e andò a scuola, con il parabrezza visibilmente rovinato dall’impatto con la vittima. Una volta arrivata all’Omnicomprensivo immediatamente confessò quanto accaduto in lacrime ai professori e alla preside. Nel frattempo la povera Stacey veniva portata all’ospedale Niguarda dove, in condizioni disperate, rimase sospesa qualche giorno fra la vita e la morte, fino all’epilogo.
Il fatto suscitò grande partecipazione emotiva e dolore oltre che, naturalmente, tra i famigliari di Stacey, figlia di immigrati nigeriani, anche fra i compagni del liceo Banfi, e nell’intera comunità cittadina, istituzioni comprese. La 14enne, non molto tempo prima della tragica quanto prematura fine, era stata insignita anche di un premio per studentesse meritevoli.
La vicenda aveva avuto esiti drammatici anche per l’investitrice 19enne, anche lei di famiglia straniera integrata in Italia, che nei giorni successivi aveva ricevuto minacce di morte sui social network.