I consiglieri regionali brianzoli premono per un’audizione con MM e i Comuni della Brianza Est per discutere nella Commissione V Trasporti e Infrastrutture il prolungamento della metro Verde fino a Vimercate e soprattutto il piano di fattibilità dell’opera a metà dicembre. « Io e il collega Gigi Ponti abbiamo avuto l’onore di portare avanti questa proposta a cui lavoravamo da tempo. Era una nostra promessa e l’abbiamo mantenuta, dalle parole ai fatti, come sempre. Ora andiamo avanti a lavorare su questo progetto, con coscienza e buonsenso: prossimo passo sarà l’audizione in Commissione V degli amministratori locali, il 12 dicembre» ha fatto sapere il consigliere di Forza Italia Jacopo Dozio.
Vimercate, Dozio: “Un’opera fondamentale”
Lo stesso esponente azzurro ha ribadito quanto «questa infrastruttura è fondamentale per il nostro territorio ed è importante capire se ci sono difficoltà per quanto riguarda il piano di fattibilità sentendo anche i sindaci e Metropolitane Milanesi sulla questione. Siamo in una fase cruciale perché se riusciamo a definire al meglio il piano poi possiamo cominciare a ricercare fondi per realizzare il prolungamento coinvolgendo gli enti superiori».
Vimercate, Ponti:”Aspettiamo il metrò da 20 anni”
Tutto ciò arriva dopo una mozione approvata in consiglio regionale sulla quale si era espresso anche l’ex sindaco di Cesano. «Sono più di 20 anni che i cittadini del vimercatese attendono questa infrastruttura, ma come spesso accade nel nostro paese e nella nostra regione, è molto difficile realizzare anche quelle opere che tutti desiderano, a causa di passi falsi e problemi che rallentano e ostacolano la loro realizzazione, ma adesso è arrivato il momento di fare un passo in avanti – aveva detto il consigliere Pd -. Tre sono le questioni fondamentali da considerare: il fattore tempo, non possiamo sprecarne altro; le risorse a disposizione per lo sviluppo di questo piano ammontano a 1,4 milioni, quando ne servirebbero almeno il doppio; infine, ci lascia molto perplessi il considerevole aumento dei costi dell’infrastruttura che dai 380 milioni della stima iniziale sono lievitati a 595, ben oltre il 20% fisiologico dovuto agli aumenti delle materie prime».