C’è chi ha le saghe Marvel e chi, in Brianza, ha le saghe dei Pgt.
Con l’unica differenza che i supereroi salvano il mondo, mentre i politici qui si salvano le destinazioni d’uso.
A Villasarta tutto inizia con il Pgt del 2009, approvato solo nel 2014. L’urbanistica si sa è come il vino, ha bisogno di invecchiare per diventare digeribile. In quel documento, l’area Lombarda Petroli resta saldamente produttiva. Simbolo di un passato industriale e di una certa idea di lavoro “vero”.
Fatto di motori, ferro e fatica.
Poi, nel 2017, arriva il fallimento della ditta.
Fine di un’epoca? Forse. Ma anche inizio di un’occasione.
Villasanta: la saga del fantasma, la discarica urbanistica (che poi non lo era affatto)

Appena si accenna alla possibilità di ridare vita all’area, il dibattito politico si accende.
L’assessore di allora (Claudio Colombo) dichiara che l’area deve restare industriale. Posizione nobile, se non fosse che lo stesso comune, in altre zone, cambia idea con la disinvoltura di chi gioca a “Monopoli”.
A contestarlo è il consigliere Antonio Ubiali, che con spirito brianzolo la chiama: “una discarica urbanistica”. Non nel senso di “discarica vera”, ma nel senso che lì sono stati abbandonati anni di incertezze, indecisioni e potenziali.
Perché mentre altrove si alzano palazzi, qui non si può nemmeno piantare un’idea.
La risposta dell’assessore Colombo (un faro dell’Urbanistica di sinistra a quei tempi) è la solita litania già sentita infinite volte: Non concediamo nulla a nessuno. A nessuno tranne alla ditta Rovagnati, che può ampliare il proprio sito produttivo, come previsto dal vecchio piano.” Tradotto: la coerenza è a senso unico, e va in direzione dei salumi.
Villasanta: la saga del fantasma urbanistico, quando la Provincia era più moderna del Comune
Nel 2013, la Provincia di Monza e Brianza aveva già scritto nero su bianco, nel suo Ptcp, che le aree dismesse (come la Lombarda Petroli) non sono una condanna, ma una risorsa da rigenerare.
Un’occasione per contenere il consumo di suolo,
migliorare la qualità urbana,
creare sviluppo sostenibile e riconnettere i tessuti urbani invece di congelarli.
Un approccio “territoriale” lungimirante.
Ma al comune di Villasanta dev’essere sembrato troppo innovativo. Meglio restare fermi. Così, nel Pgt 2019, viene confermata la destinazione produttiva: niente case, niente servizi, niente futuro.
Una scelta che suona quasi eroica. Difendiamo la vocazione industriale, ma che, nei fatti, blocca qualunque rinascita.
Perché di industria, lì, non c’è più traccia ormai da anni.