Ha dell’incredibile la vicenda accaduta a un 40enne campano che ha querelato un agente immobiliare, imputato per truffa a Monza. I fatti risalgono ormai a oltre 3 anni fa ma il processo è ancora in pieno corso.
La scorsa settimana, in veste di parte offesa, è sfilato un 45enne giunto poche ore prima da Napoli. Ha raccontato che nell’estate del 2012 aveva pubblicato un annuncio su un sito internet per affittare un appartamento di sua proprietà a Villasanta. A rispondere all’inserzione era stato un uomo., che si era spacciato per agente immobiliare di una agenzia di Arcore.
«Io – ha detto il proprietario al giudice – ho risposto di aver intenzione di affittare la casa solo a un privato». Ma l’altro aveva insistito: «Ho già io una persona interessata».
A quel punto il proprietario aveva mandato il fratello – residente nel milanese – a mostrare l’abitazione all’agente. Che si era offerto anche di incaricare un suo conoscente di dare una rinfrescata ai muri: «Per 250 euro». Un’offerta allettante, tanto che il proprietario aveva accettato. «Gli ho fatto un bonifico e lui mi ha mandato delle foto a lavoro, a suo dire, eseguito. In realtà era stato fatto soltanto qualche intervento a spot poi immortalato nelle foto». Ma alla fine, comunque sia, si era trovato la casa imbiancata. Ma non da lui.
Già, perchè trascorso agosto, a settembre il proprietario aveva avuto un’altra sorpresa: «L’agente mi ha inviato una e-mail dicendo che aveva affittato la casa a una donna e dalla stessa aveva incassato 1.700 euro che avrebbe provveduto a versarmi».
Mandato il fratello a verificare: «Mi sono trovato effettivamente la casa occupata da una coppia la quale, tra l’altro, aveva anche provveduto da sé a concludere l’imbiancatura dell’appartamento».
Un affitto a sua insaputa. Naturalmente, dei 1.700 euro non ha visto l’ombra. Così come dell’agente. A quel punto ha dovuto anche “sloggiare” la coppia dalla casa (tanto che ora la donna è l’altra parte offesa del processo). Ma ci ha guadagnato un’abitazione completamente tinteggiata con soli 250 euro, tanto che alla fine, su richiesta/consiglio del giudice ha rimesso la querela nei confronti dell’uomo.