Poche e frammentate: le piste ciclabili a Monza non spiccano né per lunghezza, né per organicità. La solitudine e la mancanza di comunicazione tra pista e pista è una costante tutta monzese: spezzoni abbandonati, che si interrompono in parcheggi o contro muri, si incontrano in ogni quartiere.
A Triante, per esempio, c’è la pista solitaria di via Europa e ci sono quelle poche decine di metri lungo via Cavallotti, comprese tra il Villoresi e via Arnaldo da Brescia. A San Fruttuoso c’è la pista che “fa angolo” di fronte al Castello di via della Taccona: una pista che prende il via dall’incrocio tra via Sarca e via della Taccona, appunto, per troncarsi, dopo parecchie buche, in un parcheggio di via Ticino. In zona sobborghi, in via Messa, all’interno dei giardini che ospitano il bosco della memoria, la pista finisce contro un muro – questione di punti di vista: forse allora sarebbe meglio dire che da un muro nasce e che al limitare dei giardini si esaurisce, con l’ostacolo, oltretutto, di un lampione e di una centralina.
La ciclabile di viale Campania quasi ce l’aveva fatta ad allungarsi fino alle sue vicine di via Monte Santo e viale Lombardia (questa, realizzata nel 2016, si trova ancora in condizioni molto buone): quasi, però, perché alla fine si è tirata indietro. Cartina delle ciclabili alla mano (quella ufficiale, che si trova anche online sul sito del comune) si nota con sorpresa che il baricentro della mobilità dolce cittadina sia piazzale Virgilio: da lì partono itinerari che conducono lungo la ciclabile del Villoresi (fiore all’occhiello per estensione e panorami) e viale Lombardia e, in direzione quasi opposta, in viale Cesare Battisti, viale Regina Margherita e viale Brianza. Si tratta di un baricentro sbilenco, che lascia (quasi) sguarnita l’area del centro e la metà orientale della città.
A proposito di Monza est e dintorni: se le ciclabili di via Adda e di via Correggio sfoggiano da qualche tempo una segnaletica tutta nuova, avrebbero bisogno invece di un restyling quelle di via Buonarroti e di viale Ugo Foscolo. Una pavimentazione tutta nuova – come quella di cui si può vantare la pista ciclabile di via Vittorio Veneto – farebbe comodo a quelle che abbracciano la Villa reale: il tratto terminale di Cesare Battisti e di viale Regina Margherita (lato reggia) sono scombinate come poche altre.
Un caso particolare: lungo viale Elvezia la ciclabile soffre di crisi di identità perché sulla mappa è segnata in rosso, ma non un cartello, per strada, ne indica la presenza (e quindi l’esistenza).
Insomma: per quanto ognuna rappresenti un “unicum”, per tutte, però, i compiti a casa sono gli stessi: più pulizia (soprattutto lungo gli argini della pista che si srotola lungo il Villoresi) e più manutenzione del verde che le impreziosisce.
I MONZESI: È UNA CITTÀ PER CICLISTI?