Sindacati in pressing sulla vertenza Micron dopo che a fine novembre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita alla Fiom di Catania, ne ha parlato come di una vicenda sostanzialmente risolta. “Abbiamo chiesto un incontro urgentissimo al Ministero dello Sviluppo economico perché serve chiarezza e perché questa vertenza non può e non deve essere considerata chiusa –ha apostrofato Gigi Redaelli, segretario Fim Cisl Brianza- Sono ancora quasi una quarantina i lavoratori in esubero e per queste persone deve essere trovata una soluzione in tempi brevi. Il governo ha un ruolo da continuare a svolgere in questa partita, a cominciare dalla verifica dell’assolvimento pieno dell’impegno assunto da StMicroelectronics per il riassorbimento di 170 lavoratori da Micron. Perché la soglia dei 170 sia raggiunta manca ancora una decina di persone all’appello. Se questo impegno venisse ottemperato completamente, il numero degli esuberi scenderebbe ancora e qualche altro sforzo si potrebbe mettere in campo per arrivare ad azzerare del tutto questo numero”. Il timore dei sindacati è che la vertenza, ridimensionata nei numeri e nella gravità rispetto alle ipotesi originarie, possa venire archiviata con troppa disinvoltura. Vero è che dal prospettato iniziale licenziamento di 419 lavoratori, si è arrivati a siglare un accordo che ha scongiurato questa opzione con una cospicua riduzione dell’entità della mobilità. “Ma questo non significa che la situazione sia oggi pacificata e risolta –ha incalzato ancora Redaelli- Non intendiamo indietreggiare, chiediamo che ciascuno faccia la propria parte per arrivare a una soluzione di mantenimento del livello occupazionale. Abbiamo perciò chiesto un incontro urgente al Ministero perché non vorremmo mai che il governo per primo pensasse di aver già ottenuto abbastanza. Il nodo degli esuberi deve essere sciolto completamente”.
Vertenza Micron ad Agrate, pressing su Renzi per la grana degli esuberi
Il presidente del Consiglio dei ministri aveva certificato a Catania: «Caso chiuso». In realtà ci sono ancora una quarantina di dipendenti da sistemare