È un testa a testa a due, o a tre, che a detta dei sondaggisti va avanti da un paio di mesi: sulla carta Fratelli d’Italia avrebbe superato Lega e Pd e staccato il Movimento 5 Stelle a rischio scissione. Il partito di Giorgia Meloni, secondo la rilevazione effettuata il 28 giugno dalla società Swg, si attesterebbe al 20,7%, di un soffio davanti alla Lega di Salvini al 20,3% e con un discreto margine sui democratici fermi al 18,8%. I pentastellati, in lieve recupero prima della spaccatura tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, erano dati al 16,6% e Forza Italia al 7.
I sondaggi fotografano la situazione a livello nazionale che potrebbe non corrispondere al quadro locale. In Brianza molti addetti ai lavori considerano improbabile il sorpasso di Fratelli d’Italia che, a differenza di democratici e leghisti che possono contare su un elettorato fortemente fidelizzato, secondo gli esperti di Svg volerebbe grazie al voto di opinione.
«Anche noi – commenta Andrea Villa, referente provinciale della Lega – vediamo le rilevazioni ma credo che la Brianza continuerà a essere una nostra roccaforte: ai banchetti allestiti alcune settimane fa per il tesseramento abbiamo avuto 300 nuove adesioni mentre oggi e domani saremo in 45 comuni per raccogliere le firme per i referendum sulla giustizia».
Le fluttuazioni, ricorda, nelle ultime tornate hanno premiato di volta il Pd, i 5 Stelle e il Carroccio: «Le amministrative di ottobre – aggiunge – saranno il vero banco di prova».
Che il quadro regionale si possa allontanare da quello nazionale lo ammette anche il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Rosario Mancino: «Un sondaggio – spiega – effettuato un paio di mesi fa in Lombardia si è discostato di qualche punto. La Lega, del resto, al Nord è più radicata che altrove e pesca qui la propria leadership: noi abbiamo sezioni ovunque, una classe dirigente preparata e una base solida a cui si è aggiunto il consenso conquistato da Giorgia Meloni. I nostri numeri in Parlamento sono molto inferiori a quelli reali». Proprio per questo la formazione reclama da tempo nuove elezioni.
Le fluttuazioni ci sono ma, constata Giuliano Ghezzi del coordinamento provinciale di Forza Italia, sono tutte interne al centrodestra: «Il voto moderato – riflette – si sposta a seconda delle proposte politiche come dimostrano i buoni risultati ottenuti via via da Silvio Berlusconi, dal Pd di Matteo Renzi, dalla Lega. Il bacino, però, è sempre lo stesso: per questo ritengo che un unico partito possa funzionare purché nasca dal basso, non da una fusione a freddo come il Pdl. Servirebbe un’aggregazione simile a quella che in Francia ha riunito moderati, liberali e gollisti».
I sondaggi non sembrano scomporre i democratici: «Da alcuni anni – afferma il segretario brianzolo Pietro Virtuani – siamo inchiodati attorno al 20%. Sul territorio siamo ben radicati: la sfida alle comunali sarà quella di riuscire a far valere i crediti accumulati dai nostri sindaci e dai nostri amministratori». Il consigliere regionale pentastellato Marco Fumagalli non nasconde il periodo difficile: «Il processo in atto – ipotizza – potrebbe durare per mesi. Non è facile per nessuno creare un partito dal nulla e, anche se le scissioni in politica sono frequenti, avrei preferito una maggior eleganza sia da parte di Grillo che di Conte»