Reggio Emilia, Hannover, Sant’Omobono Terme. Sta diventando una vera e propria “gara” quella intrapresa da diverse associazioni e imprese che nel corso delle ultime settimane, grazie anche agli articoli pubblicati da il Cittadino, sulla sorte della quarantina di vetture storiche (molti risalenti agli anni Venti e Trenta del Novecento: si tratta di una quarantina di vecchi “gambadelegn” che collegavano Milano alla provincia, da Abbiategrasso a Vimercate, da Limbiate all’Adda) abbandonate da decenni nel deposito Atm di Desio e che l’Azienda di trasporti milanese vuole demolire. Gran parte delle carrozze versa in condizioni tali da avere come unica fine quella della demolizione. Un diverso discorso, invece, secondo gli appassionati, riguarderebbe una decina di motrici, pezzi unici ancora recuperabili che meriterebbero una sorte ben diversa.
La prima a farsi viva è stata un’associazione di appassionati di Reggio Emilia che ha chiesto di poter avere, da esporre nella città Emiliana, proprio una carrozza “Reggio Emilia”. Poi, la scorsa settimana, la vicenda ha varcato i confini italiani: l’associazione “Hannoversche Straßenbahn Museum (HSM)” che gestisce un grande museo dei tram nelle vicinanze della città di Hannover, capoluogo della Bassa Sassonia (si tratta di un’associazione senza fini di lucro i cui membri lavorano a titolo gratuito) ha chiesto informazioni ad Atm. «Il nostro museo possiede – hanno scritto in una lettera inviata a Milano grazie all’interessamento del berlinese Andrea Antonini, milanese trapiantato da anni in Germania che ha letto della vicenda sul nostro sito internet e si è attivato con il museo – una raccolta di veicoli tramviari storici sia tedeschi sia appartenuti a reti estere europee, come ad esempio quelle di Amsterdam, L’Aia e Vienna. Accanto alla ricca esposizione museale di veicoli, abbiamo la possibilità di far viaggiare un certo numero di tram storici lungo una linea di nostra proprietà: due chilometri e mezzo ad anello all’interno dell’area museale e una tratta di tre chilometri al suo esterno. Siamo venuti a conoscenza del fatto che ATM intende alienare diversi veicoli tramviari storici per il trasporto extraurbano, al momento fermi al deposito di Desio. Il nostro museo è molto interessato a poter aggiungere alla collezione uno di tali tram, in particolare delle serie “Desio” o “Reggio Emilia”, salvandoli dalla rottamazione. Il veicolo dovrebbe tuttavia non essere menomato da vandalismi e la parte motrice dovrebbe trovarsi in condizioni tali da poter essere ripristinata senza un suo totale rifacimento».
«Fateci sapere – continua la missiva – se una tale acquisizione sia possibile, e a quali condizioni economiche. Saremmo molto grati per la possibilità di verificare preliminarmente in loco le condizioni dei veicoli. Siamo anche fortemente interessati ai tram urbani della serie “Ventotto” (carrozza Peter Witt). Vogliano per favore comunicarci se ATM è disponibile a cederci uno dei “Ventotto” dismessi, e a quali condizioni».
Infine nei giorni scorsi si è fatta viva anche la Maia eventi, azienda di Sant’Omobono terme nella Bergamasca che ha chiesto informazioni ad Atm «perché è un peccato demolire pezzi storici come questi: abbiamo letto la notizia su il Cittadino e abbiamo scritto ad Atm perché vogliamo salvare qualche esemplare per farlo restaurare ed esporlo in zone strategiche».
A quanti hanno mostrato interesse per la sorte dei vecchi tram (oggetto anche di una petizione online che ha raccolto decine di migliaia di firme) Atm non ha finora fornito alcuna risposta concreta, prendendo tempo in attesa della definizione del vincitore del bando che porterà alla demolizione, o meno, delle vetture.