E’ arrivato prestissimo in quella che era stata la sua chiesa, da ragazzo, e così è riuscito a «ritagliarsi» un momento di preghiera personale, prima del funerale. Beppe Sala, il sindaco di Milano nato a Varedo e vissuto in Brianza fino a 19 anni, ha chiesto un funerale strettamente privato per la mamma, Stefania Beretta, a cui era legatissimo, e che è morta improvvisamente nei giorni scorsi, a 89 anni, mentre era in vacanza.
Per il manager prestato alla politica Varedo era rimasta la città degli affetti più intimi e personali: tornava spesso, nella cittadina brianzola, proprio per pranzare con l’anziana madre e poi per andare a trovare il padre Gino al cimitero. Ha desiderato che i funerali fossero celebrati nella chiesa di San Pietro e Paolo, a Varedo, ma in forma strettamente privata.
Sala è arrivato a Varedo poco dopo le 8. E’ entrato in chiesa accompagnato dalla compagna, Chiara Bazoli. Si è seduto sulla prima panca di quella che da ragazzo era la sua chiesa. Ha atteso così l’inizio dei funerali. Ha chiesto di poter leggere personalmente la Prima Lettura: il celebre brano sull’unità e diversità dei Carismi, tratto dalla Lettera di San Paolo Lettera Romani, un passo molto amato dalla madre.
Il parroco, don Giuseppe Grisa, ha ricordato con parole affettuose Stefania Beretta: «Una donna che aveva saputo conservare il dono della semplicità, che ha sempre saputo instaurare, anche con la comunità locale, legami e amicizie sincere e profonde, rimaste nel tempo». E poi, rivolto a Beppe Sala, ha proseguito: «Una mamma non smette mai di pensare ai suoi figli, e ora continuerà a seguirci, e a pregare per noi, in quella che per un cristiano è la vera vita».
La cerimonia è terminata al cimitero di Varedo, dove Stefania Beretta è stata sepolta accanto al marito Gino Sala, imprenditore, molto conosciuto a Varedo, che aveva un mobilificio in via Sant’Aquilino, accanto alla casa dove la moglie Stefania ha voluto vivere fino ai suoi ultimi giorni.