Speronata da un mezzo pesante mentre si reca a scuola. Attimi di paura alle 7.30, in via Volta, all’angolo con via Manzoni. Una studentessa sovicese di 15 anni, Alessia Orlandi, si trovava sul marciapiede quando un autoarticolato l’ha urtata con la parte posteriore, forse con il rimorchio. La ragazza ha cercato di evitare l’impatto, ma non ce l’ha fatta. Caduta a terra, ha avuto la forza di allertare i genitori che, giunti sul posto, l’hanno trovata sotto choc e sanguinante per una ferita da taglio nella parte bassa del ventre.
La studentessa è stata dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale di Carate, con una prognosi di 15 giorni per taglio addominale di 6 centimetri, e 10 punti di sutura. La famiglia è alla ricerca di testimoni. L’autista del mezzo pesante non si è fermato, forse potrebbe non essersi accorto di nulla. «Vogliamo sapere cosa è successo, purtroppo nessuno era presente in quel momento- afferma la madre Giovanna Paris – se qualcuno ha visto, ci contatti». E’ l’appello accorato di una famiglia che ha vissuto momenti di forte tensione e paura.
«Abitiamo in via Gramsci, nostra figlia come ogni mattina si stava recando alla pensilina del pullman per raggiungere il liceo a Lissone- racconta la mamma- si trovava in via Volta. Da sola. Era sul marciapiede. Ha visto sopraggiungere un autoarticolato che in fase di manovra, svoltando in via Manzoni, l’ha “agganciata”. Da quanto ci ha raccontato, lei ha cercato di evitare l’impatto col mezzo, ma non c’è riuscita ed è caduta a terra». La studentessa ha preso il cellulare e ha chiamato casa.
«Sono corsa da lei, l’ho trovata a terra sotto choc- racconta la madre – ho chiamato i carabinieri che di lì a poco sarebbero sopraggiunti, ma quando ho visto che sanguinava, ho preferito farla salire in macchina e non perdere tempo». Attimi concitati e la corsa in ospedale dove Alessia è arrivata cosciente, seppur spaventata per l’accaduto. «Mia figlia sta bene, per fortuna” aggiunge la mamma “ma ha una ferita da taglio di 6 centimetri e 10 punti di sutura».
La famiglia cerca testimoni. «L’autista non si è fermato, ma non vogliamo colpevolizzare qualcuno perché non sappiamo cosa sia successo, per questo chiediamo a chi possa aver visto la scena di contattarci- precisa- pensiamo fosse uno dei tanti mezzi diretti alla zona industriale di Sovico. Mia figlia ricorda solo che aveva il cassone grigio, non altro e che, in quel frangente. Quando sono corsa da lei non c’erano testimoni. Solo una donna che l’ha soccorsa, dopo l’incidente». E il fatto, riaccende i riflettori sulla pericolosità di un incrocio, già teatro in passato di incidenti.