Non ci sarebbe un legame tra il caso di scabbia diagnosticato a febbraio nel campo rom al confine con Cinisello e quello riscontrato prima della pausa pasquale alla scuola media Giovanni Segantini. L’Asl di Monza e Brianza proprio in questi giorni di ripresa delle lezioni sta ultimando le verifiche del caso, dopo il ritorno in classe della alunna alla quale era stata riscontrata la malattia contagiosa della cute che è dovuta ad un acaro.
«In base a quanto previsto dalla normativa in vigore – spiegano dall’Asl – le verifiche sanitarie proseguono per 60 giorni dopo il rientro dell’emergenza, per constatare se esistono altri contagi o casi sospetti». Nei primi giorni del ritorno in classe di centinaia di ragazzi della scuola secondaria di via Leonardo da Vinci, l’Azienda sanitaria ha provveduto a recapitare alle famiglie una circolare nella quale si invita a tenere sotto osservazione le condizioni dei propri figli, allegando alla comunicazione un vademecum per individuare eventuali sintomi.
«Qualora si osservi eventuale insistente grattamento per prurito e comparsa di lesioni cutanee, al fine di poter escludere che le lesioni cutanee presenti siano riferibili a scabbia, si consiglia di ricorrere all’osservazione immediata da parte del medico curante o pediatra di famiglia».
Intanto il pensiero va all’emergenza scabbia scoppiata a febbraio nell’accampamento nomadi che sorge al confine tra Nova, Muggiò e Cinisello Balsamo: il sindaco Rosaria Longoni riferisce di avere avviato un monitoraggio della situazione in collaborazione con le amministrazioni dei Comuni confinanti «che presto produrrà una comunicazione congiunta», a firma dei tre sindaci, che possa mettere finalmente ordine nella situazione dell’insediamento posto al confine territoriale intercomunale.