È passato un anno dalla scomparsa di Angelo Longoni, storico giornalista del Cittadino, venuto a mancare l’8 ottobre del 2021. Per lui, a giugno, la benemerenza alla memoria di Monza, il Giovannino d’oro. Ecco le parole che allora l’ex direttore Luigi Losa gli aveva dedicato sulle pagine del giornale.
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“Ho guardato Angelo Longoni, con il quale assistevamo alla diretta tivù via satellite e che ha condiviso e partecipato attivamente a questa lunghissima ‘lunga marcia’: siamo rimasti in silenzio, probabilmente perché senza fiato e senza parole per lo stupore e la gioia”.
Così scrivevo in un passaggio dell’editoriale della prima pagina di giovedì 13 maggio 2004 dal titolo a caratteri cubitali “Monza è provincia”. È il primo ricordo che si è affacciato alla mente alla notizia della improvvisa scomparsa di Angelo.
La Provincia è stata la battaglia che più ci ha accomunati e l’avere assistito insieme al decisivo voto del Senato il 12 maggio ne fu la conferma. Angelo è stato tra i promotori e il primo presidente di quel comitato “Pro Brianza Provincia” costituito il 25 novembre del 1993 e di cui venni invitato a par parte ancor prima di diventare il direttore di questo mensile che aveva peraltro avviato la battaglia nel 1978.
Angelo Longoni, la Provincia, il padre Tarcisio
Un impegno a tutto campo per il territorio, a partire dalla ‘sua’ Monza, eredità del padre Tarcisio, in nome del quale aveva anche sacrificato la sua professione per far parte della giunta guidata da Marco Mariani, dal 1995 al 1997 come assessore alla viabilità; una decisione che, egoisticamente, non avevo condiviso ma rispettato e via via apprezzato perché rivelatrice di una autentica passione e di uno spirito di servizio cristiano per il ‘bene comune’.
Nel 2005, dopo un intenso lavoro redazionale per la beatificazione di monsignor Luigi Talamoni, seguita in prima persona a Roma, ci ritrovammo ancora una volta nel mio ufficio davanti alla tivù: papa Giovanni Paolo II si stava spegnendo e avevamo predisposto un’edizione straordinaria de ‘il Cittadino’. Sabato 2 aprile Angelo restò con me tutto il giorno in attesa della notizia della dipartita del pontefice che aveva avuto modo di vedere in visita anche a Monza. Alle 21 e 37 quando fu comunicato al mondo intero che il papa era deceduto ci mettemmo a scrivere, io l’editoriale, lui la cronaca sulla prima pagina che recava come titolo ‘Addio a un grande Papa’. Fu la conferma della grande fede che lo animava e che dava senso alla sua stessa professione oltre alla sua vita già fitta di azioni e opere di volontariato a favore dei sofferenti e dei bisognosi compiute in incognito.
Angelo Longoni e la montagna
Il terzo ricordo di un’altra grande passione di Angelo, nata in gioventù e che lo ha visto concludere la sua vita terrena, la montagna, è legato ai primi mesi della mia direzione di questo bisettimanale, che era iniziata il 1° febbraio del 1994. Nel mese di giugno di quell’anno Angelo si presentò da me con Mario Bonati e mi dissero: “Siamo andati a Dubino (in Valtellina) ad intervistare Walter Bonatti, vorremmo fare un inserto speciale”. Ricorrevano quell’anno i 40 anni della conquista del K2 (31 luglio) che tante sofferenze, non solo fisiche, e tante ingiustizie aveva fatto patire al celebre alpinista-esploratore cresciuto a Monza.
Realizzarono un bellissimo inserto di otto pagine corredato delle riproduzioni delle pagine de ‘il Cittadino’ del 1954 dedicate al ritorno in città di Bonatti.
Ho voluto ricordare questi tre episodi per testimoniare la generosità, la fedeltà, l’onestà di Angelo in vent’anni di lavoro nel giornale che abbiamo prima di tutto amato, anche quando lo abbiamo lasciato perché il nostro tempo era ‘scaduto’, senza mai dimenticarlo.
Grazie e ciao Angelo.