Ha più volte violato gli arresti domiciliari ai quali era finito con una condanna a 2 anni e 8 mesi per un’accusa di violenza sessuale, per avvicinarsi di nuovo alla sua vittima, una studentessa 15enne. Un 74enne è quindi finito in carcere, su ordine del giudice per le indagini preliminari di Monza.
La prima denuncia nei confronti del pensionato, coniugato, era stata sporta dai genitori della 15enne a maggio dello scorso anno. Vicino di casa e amico di famiglia dal 2018 si era reso disponibile ad accompagnare quotidianamente la ragazza a scuola. Durante il tragitto la minore era costretta a subire le attenzioni morbose dell’uomo e, dopo due anni di violenze e molestie, un giorno la ragazza ha ripreso di nascosto quanto subiva ogni giorno e l’ha raccontato ai genitori che hanno sporto denuncia ai carabinieri di Carate Brianza.
I militari hanno eseguito gli accertamenti investigativi e il 17 ottobre 2020 nei confronti del 74enne era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata. Nel frattempo l’uomo si era trasferito al Sud dalla sorella, fatto salvo tornare dopo poche settimane in Brianza per motivi di salute. Appena arrivato, secondo quanto accertato dai militari dell’Arma, ha violato ripetutamente gli arresti domiciliari nonché del divieto di avvicinamento alla vittima.
Sovente, secondo quanto ricostruito, usciva senza permessi e stazionava di fronte casa della vittima anche avvicinandosi alla porta dell’abitazione. A febbraio sono quindi scattati ulteriori aggravi di misura . Il pensionato, tornato al Sud dalla sorella, a marzo era di nuovo in Brianza, per il processo, dove, in primo grado, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Nella circostanza, in seguito a un’istanza motivata dalla necessità di cure mediche, il giudice l’ha autorizzato a tornare a scontare i domiciliari nella propria abitazione, in Brianza. Tuttavia, il 74enne ha vìolato di nuovo le prescrizioni con varie uscite non autorizzate e tentativi di avvicinarsi alla vittima. Di qui la traduzione in carcere.