U28 a Monza, l’università ha la nuova casa della ricerca e dell’innovazione

È una “casa” della ricerca il nuovo edificio U28 che l’università Bicocca ha inaugurato giovedì 3 dicembre in via Follereau a Monza in concomitanza con l’apertura dell’Anno Accademico.
Monza-Vedano, l’inaugurazione della casa della ricerca dell’università
Monza-Vedano, l’inaugurazione della casa della ricerca dell’università Redazione online

È una “casa” della ricerca il nuovo edificio U28 che l’università Bicocca ha inaugurato giovedì 3 dicembre in via Follereau a Monza, al confine con Vedano al Lambro, in concomitanza con l’apertura dell’Anno Accademico.

Alla cerimonia nell’aula magna hanno partecipato il rettore Cristina Messa, il presidente del consiglio degli studenti e il rappresentante del Senato Accademico, e Mauro Ferrari, presidente e ceo del Huston Methodist Research Institute, che ha parlato delle nuove frontiere della ricerca oltre la nanomedicina.


Il cuore della ricerca sarà proprio il nuovo edificio a cinque piani e 1650 metri quadri costato 13 milioni 700 mila euro di cui 6,5 milioni con contributo regionale). Non saranno spazi per la didattica, ma per la ricerca biomedica di frontiera: tecnologie che stanno emergendo come nanomedicina e scienze omiche (discipline legate alla biologia molecolare e alla genetica) cioè genomica, proteomica, metabolomica, considerate fondamentali per la medicina di precisione.

«Il 2015 è stato un anno di grande divulgazione e promozione di scienza, cultura e ricerca sia per la nostra comunità accademica sia per la città di Milano. Questa cerimonia è un’ottima opportunità per raccontare come questi fattori uniti alla formazione e partecipazione dei giovani, siano il motore dello sviluppo sociale ed economico delle nostre società – ha detto il rettore Cristina Messa – In questa nuova Casa della ricerca e dell’innovazione, ci piace chiamarla così, si farà ricerca di frontiera in ambito biomedico in un contesto ‘open access’ con il duplice obiettivo di attirare ricercatori e finanziatori anche dall’estero e accorciare i tempi della sperimentazione clinica per arrivare più in fretta al letto del paziente».

Nei cinque piani, realizzati per essere un polo attrattivo per ricercatori e finanziatori pubblici e privati, vivranno e lavoreranno ricercatori, dottorandi, post-doc, docenti.

L’U28 non sarà solo la casa della ricerca e dell’innovazione, sarà anche la casa dove i ricercatori di diversi ambiti si formeranno, faranno ricerca e si confronteranno sui risultati raggiunti. La struttura ospita inoltre un data center per la raccolta e l’elaborazione dei dati medici, che saranno poi a disposizione di tutti i ricercatori.

L’edificio è dotato di strumentazioni per competere anche a livello internazionale: cinque linee di gas tecnici, una linea di aria compressa e una del vuoto in ogni laboratorio, 45 impianti di estrazioni per lavorazioni sotto cappa, locali di stoccaggio e travaso per solventi e reagenti, la rendono una struttura flessibile. Inoltre, sono stati predisposti alcuni locali, distribuiti in colonna su tutti i piani, per l’installazione di una serie di attrezzature: dalle camere fredde e calde alle termostatate, fino ai locali congelatori. E poi, al piano interrato, è stato progettato uno spazio di circa 1500 metri quadri per ospitare laboratori a contenimento biologico e camere bianche. Ottantuno i posti auto, 52 esterni e 29 nel piano interrato.

La struttura è stata realizzata nell’ambito di un accordo di programma tra Regione Lombardia e Università di Milano–Bicocca, a cui successivamente hanno aderito il Comune di Vedano al Lambro, l’azienda ospedaliera San Gerardo di Monza e la Provincia di Milano.

«In questi anni l’Università di Milano-Bicocca ha dedicato molta attenzione alle aree emergenti delle scienze biomediche, quali la nanomedicina e la biologia dei sistemi – ha detto Ferrari nel suo intervento – Queste aree definiranno il futuro della medicina e dei sistemi sanitari su base globale. È quindi particolarmente significativo che in questa occasione si proceda anche a inaugurare un centro dedicato alla nanomedicina e ai dispositivi nanotecnologici per le scienze biologiche. L’Ateneo ha dimostrato così tutta la sua capacità esecutiva che sottende queste iniziative alle frontiere della scienza».