Turni extra, l’ira del sindacato «La polizia locale non è un ripiego»

Turni extra per gli agenti di polizia locale durante le feste: il sindacato non ci sta. “Non possono essere utilizzati come ripiego temporaneo privo di ogni dignità sul quale scaricare interventi sgraditi o per coprire esigenze temporanee senza che abbiano alcun riconoscimento e in modo da non diventare troppo ingombranti”.
Una pattuglia della polizia locale di Vimercate
Una pattuglia della polizia locale di Vimercate Foto Spinolo

Turni extra per gli agenti di polizia locale durante le feste: il sindacato non ci sta. “Non possono essere utilizzati come ripiego temporaneo privo di ogni dignità sul quale scaricare interventi sgraditi o per coprire esigenze temporanee senza che abbiano alcun riconoscimento e in modo da non diventare troppo ingombranti”.

Alla vigilia delle feste, la prefettura aveva chiesto ai sindaci brianzoli, in una lettera, di collaborare all’organizzazione di un servizio di presidio del territorio per sgravare i carabinieri di alcuni compiti e garantire così maggior sicurezza durante il periodo natalizio. Non tutte le amministrazioni hanno risposto favorevolmente: nel vimercatese l’hanno fatto i comuni più piccoli, visto il pochissimo tempo a disposizione. Una perplessità sollevata dai primi cittadini, che hanno replicato chiedendo di incontrarsi con l’anno nuovo per delineare in modo più organico, in futuro, una collaborazione simile. Ora anche il Suipm (sindacato unitario lavoratori polizia municipale) ha preso la parola per dire, in una lettera spedita questa settimana al prefetto Giovanna Vilasi, che la richiesta è “improponibile”.

“Non è sufficiente che vengano estesi il porto d’arma e la qualifica di pubblica sicurezza su tutto il territorio della provincia, perché ciò non determina automaticamente l’estensione della potestà sanzionatoria, né della qualifica di polizia giudiziaria”. In poche parole, gli agenti lavorerebbero in un limbo giuridico “poco sostenibile”.

Anche il sindacato sottolinea la necessità di un certo lasso di tempo per organizzare in anticipo il servizio, anche perché si trovino le risorse necessarie. E poi, perché si possano coordinare i comandanti di polizia locale, “Per valutare le diverse situazioni, senza doversi affidare a soluzioni estemporanee o di emergenza che normalmente producono più guasti che benefici”.

Il sindacato Sulpm si scaglia anche contro l’impiego degli agenti di polizia locale in servizi antirapina: “Oltre alla mancanza di formazione specifica e adeguato equipaggiamento – prosegue – il personale non gode delle garanzie e delle tutele previste per gli appartenenti ai corpi di polizia a ordinamento statale”.

Insomma, la richiesta della prefettura è arrivata tardi, senza tener conto delle reali funzioni che competono ai vigili e perdipiù, chiude il Sulpm, senza nemmeno contattare i rappresentanti dei lavoratori. “Stupisce – conclude infatti la lettera (inviata anche in Regione, ai sindaci e ai comandanti) – che non abbia provveduto a convocare anche le organizzazioni sindacati che come previsto dal contratto nazionale devono essere sentite viste le innegabili ripercussioni sul personale”.