Tumori: due proteine proteggono da complicanza post trapianto, scoperta di Fondazione Tettamanti

Scoperta di Fondazione Tettamanti: due proteine possono proteggere l’intestino da una delle più importanti complicanze nella cura dei tumori del sangue.
La battaglia contro il cancro:al Negri ricerca sui vasi sanguigni
Laboratorio di ricerca

Due proteine sono in grado di proteggere l’intestino da una delle più importanti complicanze legate al trapianto di cellule staminali da donatore nella cura dei tumori del sangue.

È la scoperta condotta dalle ricercatrici Giovanna D’Amico ed Elena Dander della Fondazione Tettamanti di Monza in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.

Salute: due proteine proteggono da complicanza post trapianto che colpisce il 60% dei pazienti

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale JCI Insight, mostra che l’interazione tra due proteine può essere decisiva per contrastare una delle più frequenti complicanze causate dal trapianto da donatore di cellule staminali che colpisce il 60% dei pazienti, nota come Graft-Versus -Host Disease che causa infiammazione e danno nei tessuti dell’intestino.

La GvHD (Graft-versus-Host Disease) è una malattia in cui le cellule del donatore del trapianto riconoscono come estranee le cellule del ricevente e iniziano ad attaccarle, distruggendo tessuti e organi, fino a provocare nei casi più gravi la morte del paziente. In particolare, la GvHD intestinale è una delle complicanze più frequenti  del trapianto allogenico ed è una delle principali cause di mortalità legate a questa procedura.

La diagnosi precoce della GvHD è difficile anche per il fatto che molte delle sue manifestazioni sono indistinguibili da quelle comuni ad altre disfunzioni gastrointestinali.

Salute: due proteine proteggono da complicanza post trapianto, come funzionano

Le due proteine al centro dello studio sono la chemerina e il suo recettore, un’altra proteina indicata con la sigla CMKLR1, presente sulla superficie di alcuni leucociti.

È stato osservato che CMKLR1, interagendo con chemerina, promuove l’azione protettiva dei macrofagi a livello dell’intestino infiammato e danneggiato a causa della GvHD.

Lo studio è stato condotto su modelli animali e grazie all’osservazione del plasma di 71 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali. I risultati osservati, se confermati in un gruppo più ampio di pazienti, potranno confermare il ruolo del sistema chemerina/CMKLR1 nel controllo dell’infiammazione intestinale.

Salute: due proteine proteggono da complicanza post trapianto, il commento di Giovanna D’Amico

«Il nostro studio evidenzia, per la prima volta, un coinvolgimento importante dell’asse chemerina/ CMKLR1 nella modulazione dell’infiammazione che accompagna la GvHD intestinale – spiega Giovanna D’Amico e l’importante ruolo protettivo svolto dai macrofagi attraverso l’espressione del recettore CMKLR1. Inoltre, abbiamo dimostrato come l’aumento della concentrazione ematica di chemerina nei pazienti trapiantati, preceda la comparsa della GVHD. Chemerina potrebbe quindi fungere da precoce biomarcatore predittivo dell’insorgenza di questa complicanza, permettendo l’inizio tempestivo di una terapia personalizzata». 

Salute: due proteine proteggono da complicanza post trapianto, protagonisti e risultati della ricerca

La ricerca, coordinata da Giovanna D’amico ed Erica Dander, ricercatrici della Fondazione Tettamanti, ha coinvolto la Pediatria della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza, il team del professor Silvano Sozzani della Sapienza Università di Roma, l’Humanitas Clinical and Research Center, l’Humanitas University, la Fondazione Unimi, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, l’Università di Brescia, la Divisione di ematologia e l’unità di midollo osseo del San Gerardo dei Tintori di Monza.

Come primo passo, il team ha studiato gli esiti del trapianto allogenico in modelli sperimentali , quindi su topi geneticamente modificati.

Infine, gli autori hanno analizzato il plasma di 71 pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali, rilevando che solo i soggetti che avevano sviluppato la GvHD mostravano un aumento dei livelli circolanti di chemerina. Questo risultato ha quindi evidenziato il ruolo predittivo dei livelli di chemerina per lo sviluppo di GvHD. In altre parole, il riscontro in un paziente di un aumento dei valori di chemerina potrebbe rappresentare per il medico una spia della possibilità che si manifesti GvHD nel paziente, consentendo quindi una diagnosi precoce e un trattamento personalizzato tempestivo.