“Tu sei il mio bene”: Carate è pronta a ospitare lunedì 26 il Presepe vivente di Agliate

È “Tu sei il mio bene” il tema del quarantunesimo presepe vivente che Comunione e liberazione Brianza e comunità pastorale Spirito Santo, di Carate e Albiate, proporranno nel pomeriggio del 26 dicembre, dalle 15 alle 18, ad Agliate.
Un momento della rappresentazione dello scorso anno
Un momento della rappresentazione dello scorso anno

È “Tu sei il mio bene” il tema del quarantunesimo presepe vivente che Comunione e liberazione Brianza e comunità pastorale Spirito Santo, di Carate e Albiate, proporranno nel pomeriggio del 26 dicembre, dalle 15 alle 18, ad Agliate. Un tema che nasce dalla riflessione, interna al gruppo degli organizzatori, sull’attualissima sfida dell’accoglienza dei migranti che continuano a sbarcare sulle coste della Sicilia dopo aver attraversato il Mediterraneo.

«Il tema di quest’anno – spiega Enzo Gibellato – focalizza l’attenzione sul fatto che non siamo mai soli perché c’è un Tu che si fa avanti e ci dà la speranza e il coraggio di affrontare la realtà sapendo di averlo sempre con noi. E questo ci fa riscoprire e mettere a fuoco che solo se viviamo “l’altro” come il nostro bene, capiamo che senza di lui ci mancherebbe qualcosa». Da qui, alla scelta della prima scena, quella che dagli anni Duemila contestualizza il tema e accoglie le diverse migliaia di pellegrini sul piazzale della millenaria basilica dei santi Pietro e Paolo , il passo è stato corto. Continua Giuseppe Redaelli: «Abbiamo pensato a Madre Teresa di Calcutta, che con quel Tu ha dialogato intensamente e che ha saputo accogliere il diverso». Sarà, come accade dal 2008, una scena recitata. La vita della religiosa che papa Francesco ha riconosciuto santa proprio nell’anno della misericordia e che secondo don Luigi Giussani «vedeva nelle facce dei più diseredati, dei più disgraziati, la presenza di Cristo nella sua umanità percossa», sarà ricostruita attraverso quattro momenti. Dalla vocazione che ha portato alla nascita della congregazione delle Missionarie della carità, fino al premio Nobel per la pace del 1979, passando per l’impegno negli ospedali per vincere la povertà e la miseria e i dieci anni di buio in cui la profonda e dolorosa sensazione di essere rifiutata, separata da Dio, si è mischiata al crescente e inappagabile desiderio di Lui.

Le altre scene della sacra rappresentazione saranno quelle tradizionali: 300 figuranti in costume si muoveranno tra i quadri dell’annunciazione, della visita di Maria alla cugina Elisabetta, del censimento dei soldati romani, dell’accampamento romano, e in tutti gli altri che i pellegrini attraverseranno, insieme ai re magi a cavallo, per raggiungere la grotta naturale della Sacra famiglia e salutare Gesù Bambino. I canti del coro e la lettura dei testi sacri aiuteranno i partecipanti a vivere con intensità il gesto, che si concluderà alle 18 con la messa in basilica.

Parte delle offerte raccolte verranno devolute ad Avsi, l’organizzazione non governativa impegnata dal 1972 in progetti di cooperazione allo sviluppo in trenta Paesi del mondo. Accogliendo i continui appelli del Papa, quest’anno Avsi ha lanciato una campagna a favore di rifugiati e migranti.