Truffe con il sistema “hawala”, confisca di beni (anche a Monza) per 1,2 milioni

Complessivamente finiti nella disponibilità della Ansbc (Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati) 11 unità immobiliari, autovetture e preziosi accumulati da un 34enne accusato di perpetrare truffe con il sistema “trasferimento”
Confische Guardia di finanza (Foto GdF)
Confische Guardia di finanza (Foto GdF) Roberto Magnani

Si trova anche a Monza parte del patrimonio, 11 unità immobiliari, autovetture e preziosi per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro, che sarebbe stato illecitamente accumulato (anche in provincia di Lodi, Pavia e Aosta) da un 34enne residente in provincia di Lodi accusato di perpetrare truffe realizzate attraverso il sistema di intermediazione creditizia denominato “hawala” (in lingua araba “trasferimento”), passato nella disponibilità dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), che li destinerà alle comunità e ai territori attraverso il loro impiego per scopi sociali o istituzionali.

Il provvedimento giudiziario è giunto a conclusione dell’iter per l’applicazione delle misure di prevenzione ed è stato quindi eseguito dal Gruppo della Guardia di Finanza di Busto Arsizio l’ordine di confisca emanato dalla Sezione Misure di prevenzione presso il Tribunale di Milano

Truffe con il sistema “hawala”, confisca di beni (anche a Monza) per 1,2 milioni
Confische Guardia di finanza (Foto GdF)

Secondo quanto ricostruito il 34enne avrebbe messo in piedi un sistema fraudolento che prevedeva che gli ignari clienti consegnassero somme di denaro in valuta locale in vari Stati, tra cui Emirati Arabi, Hong Kong e Russia, e i truffatori, in lussuose hall di albergo, restituissero valigette piene di soldi falsi prima che potesse essere scoperto il raggiro. La figura degli intermediari (con il sistema informale “hawala”) consentiva di eludere qualunque tipo di tracciabilità del denaro.

Successivamente all’arresto, nel 2017, al termine dell’operazione denominata “La stangata” che ha visto i finanzieri di Busto Arsizio sgominare un sodalizio serbo dedito a tali truffe convenzionalmente denominate “rip-deal”, sono seguiti altri due anni di indagine nell’ambito di una collegata misura di prevenzione, per ricostruire i beni illecitamente accumulati. Recentemente è intervenuta la confisca su quei beni a seguito della sentenza definitiva pronunciata dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano.

Truffe con il sistema “hawala”, confisca di beni (anche a Monza) per 1,2 milioni
Confische Guardia di finanza (Foto GdF)

In applicazione del Codice Antimafia, infatti, le Fiamme Gialle hanno effettuato approfondite indagini patrimoniali non solo nei confronti degli indagati, ma anche dei loro prestanome i quali possedevano beni in evidente sproporzione rispetto ai redditi dichiarati da tutto il loro nucleo familiare. Individuati i prestanome, è stato possibile avviare il procedimento di prevenzione che ha portato all’attuale confisca.