Truffa dei barboncini in tribunale: in tre rispondono al falso annuncio su internet, rubati soldi e identità

Almeno tre vittime in Brianza della truffa dei barboncini: finti annunci online per rubare soldi e identità.
Cane barboncino - Foto di carah_ da Pixabay
Cane barboncino – Foto di carah_ da Pixabay

Si sono fidate di un annuncio su un portale online per l’acquisto di cagnolini di razza barboncino, ma, dopo aver versato la cifra pattuita, che andava dai 350 ai 600 euro a testa, hanno scoperto che si trattava di una truffa: i barboncini non esistevano. Sono almeno tre le vittime costituite parte civile in un processo, che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Monza, residenti in diverse città della Brianza (da Desio al Vimercatese) e relativamente ad episodi risalenti al 2020 e 2021.

Truffa dei barboncini in tribunale: il racconto di una vittima di Bellusco

Nella scorsa udienza ha deposto una delle vittime, residente a Bellusco: «Mia figlia insisteva per acquistare un barboncino, allora siamo andate su internet e abbiamo trovato l’annuncio con tanto di foto di cuccioli – ha detto – quindi abbiamo contattato il venditore online e ci ha spiegato che potevamo versare in due rate la cifra pattuita di 600 euro tramite postapay. Noi abbiamo acquistato la cuccia e il necessario, ma i giorni passavano e del cane nessuna notizia. Fino a che la venditrice ci ha spiegato che aveva bisogno dei miei documenti per effettuare la spedizione e per il pedigree del cane così io l’ho mandato. Ma nulla: abbiamo capito di essere state truffate, quando mi ha chiamato un’altra signora, credendo che fossi io la venditrice; è stato allora che ho capito che quella usava il mio documento per truffare altre persone».

Truffa dei barboncini in tribunale: i documenti usati anche per utenze telefoniche

Una vicenda assurda che la donna ha denunciato ai carabinieri di Bellusco, raccontando anche del furto di identità.
«Un giorno mi ha contattato persino la Tim perché non avevo pagato due rate di telefonia fissa, ma io nemmeno avevo un’utenza, evidentemente la truffatrice usava il mio nome anche per quello».

Dagli accertamenti dei carabinieri sulle carte postapay e su un vaglia con cui erano stati pagati i cani mai ricevuti, e dal riconoscimento della voce fatto dalle vittime, si era risaliti all’identità dell’imputata, residente a Castelvolturno, attualmente a processo. La prossima udienza, conclusiva, è stata fissata il 2 luglio.