Sono bastati un paio di tweet del neo governatore Fontana ad accendere la speranza delle centinaia di pendolari nuovamente gambizzati, questa settimana, dal servizio scadente offerto da Trenord lungo le linee S9 e S11.
«Trenord: conti ok ma vorrei treni in orario. È più importante che i cittadini siano contenti, che non che ci siano dei buoni conti. Situazione molto difficile, bisogna fare qualcosa per migliorare». Poche parole che sanno di bocciatura per l’amministratrice delegata di Trenord, Cinzia Farisè, forte di un contratto per altri due anni rinnovato solo lo scorso anno, lei maroniana di ferro, proprio dall’ex governatore Roberto Maroni. Una posizione, quella della Farisè, finita sulla graticola per il pessimo servizio offerto negli ultimi mesi ai pendolari di tutta la Lombardia, e a quelli brianzoli in particolare e arrivata proprio nella settimana in cui l’assemblea degli azionisti di Trenord ha approvato il bilancio di esercizio 2017. In crescita i ricavi operativi (da 766 milioni a 804 milioni, più 5%) e l’utile netto che si attesta a 10,5 milioni (+14%). Nel 2017 i ricavi da traffico sono cresciuti di 15,9 milioni sul 2016e garantiscono la copertura del 45% dei costi operativi, pur in assenza della «leva prezzo»: nessun aumento tariffario negli ultimi tre anni. Nell’ultimo anno Trenord ha toccato il record di passeggeri, raggiungendo 755 mila clienti nei feriali (+2,8%), 390 mila il sabato (+3,2%) e 281 mila nei festivi (+4,1%): complessivamente ha trasportato 203 milioni di viaggiatori.
Numeri da capogiro e da record, ma che stonano vistosamente con la Via Crucis patita anche questa settimana dai pendolari. Blocco degli straordinari, carenza di personale, guasti ai treni obsoleti, cancellazione di corse o di parti di tratte hanno costellato di problemi gli ultimi sette giorni. Che la settimana sarebbe stata tosta i pendolari lo avevano capito già domenica quando una raffica di cancellazioni ha decimato l’offerta festiva sulle linee. Poi i soliti problemi fino a mercoledì quando alcuni ubriachi hanno invaso la galleria sotterranea dei binari che porta alla stazione di Milano Porta Garibaldi. Sono dovute intervenire le forze dell’ordine per sgomberare i binari, un uomo in stato di alterazione infatti ha dato in escandescenze, urlando e scappando, proprio lungo la ferrovia. Per evitare problemi la circolazione è stata bloccata con pesanti conseguenze per molte linee che hanno accumulato ritardi fino a 40 minuti, altri sono stati cancellati o limitati nel percorso.
Nel frattempo, i sindaci di Lissone, Desio e Muggiò in una lettera inviata martedì 24 aprile e indirizzata al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e all’assessore alle Infrastrutture, Claudia Terzi, hanno chiesto di istituire un «Tavolo di lavoro sulla Milano-Chiasso» per «discutere delle problematiche inerenti la tratta». Per conoscenza, la lettera è stata trasmessa anche a Trenord, RFI, Prefettura di Monza e Brianza, Provincia di Monza e Brianza, Comitato pendolari e ai sette consiglieri regionali eletti nel Collegio di Monza e Brianza. Una decisione probabilmente miope, visto che gli stessi Comuni avevano ricevuto, più o meno un mese fa, rassicurazione da Trenord che “i treni sarebbero partiti in orario”.
Promessa rimasta tale visto che il servizio non è migliorato. E forse, anziché procedere per gruppuscoli di Comuni, sarebbe sicuramente più efficace che tutti i Comuni e tutte le Province attraversate dalle linee S9 e S11 condividessero lo stesso obiettivo di chiedere un servizio migliore. L’unione farebbe la forza, in questo caso, altrimenti il rischio sarebbe quello di ottenere ancora e soltanto vuote promesse.