Trasporti pubblici, la provincia vuole 7 milioni di euro da Monza

Nel bilancio della provincia di Monza ci sono 7 milioni di euro che l’ente dovrebbe ricevere dal capoluogo. Che invece non intende versarli. Un caso politico, in casa Pd, il costo dei trasporti pubblici e i suoi arretrati.
Trasporti pubblici, la provincia vuole 7 milioni di euro da Monza

Per il Comune il caso è chiuso, per la Provincia invece no. E in ballo ci sono 7 milioni di euro. Sono quelli che la ex giunta brianzola guidata da Dario Allevi ha inserito nel bilancio 2014 e che contava di incassare dal capoluogo come contributo alla gestione delle linee urbane di autobus. Due lettere sono partite dagli uffici provinciali, una a inizio a ottobre ancora con Allevi in carica, l’altra a dicembre con Ponti insediato: richieste di pagamento, assicura la Provincia, non ingiunzioni, firmate dai tecnici degli uffici.

Sette milioni, comunque: sono quelli che, stando alle dichiarazioni degli amministratori comunali monzesi, via Grossi non incasserà mai.«Il Tar e il Consiglio di Stato – afferma l’assessore monzese alla Viabilità Paolo Confalonieri – ci hanno dato ragione. Noi siamo tenuti a pagare, come abbiamo sempre fatto, 860.000 euro all’anno per i percorsi effettuati dagli autobus in città e non nei comuni vicini come chiede la Provincia. Se ora qualcuno vuole sedersi per aprire un confronto, siamo disponibili a farlo. Non intendiamo, però, riaprire una questione già definita dai giudici la scorsa primavera né versare un soldo in più». Il caso, in effetti, è riaperto dal consigliere provinciale leghista Andrea Monti, già assessore allo Sport nella giunta Allevi: «Non vorrei – commenta – che proprio perché il nostro bilancio, come quelli di tutti gli enti di area vasta, è in una situazione disastrosa, qualcuno ne approfitti per proporre una conclusione vantaggiosa per il Comune e penalizzante per noi. Vigileremo affinché non vengano fatti sconti eccessivi: la nostra situazione non giustifica soluzioni pasticciate o accomodanti».

Il padano cercherà di riaprire la discussione la prossima settimana in consiglio provinciale, nel frattempo – tra Monza e Provincia – gli elementi di imbarazzo sono due: primo, ora è un problema interno a due rappresentanti del Pd (Scanagatti e Ponti); secondo, tutti sanno che i soldi non ci sono.

In municipio, però, in pochi sono pronti a rinfocolare il dibattito legato alle somme da pagare per il trasporto pubblico. La vicenda, nata da un contenzioso che ha opposto i due enti per anni e legata alla interpretazione di un accordo firmato nel 2007 dal capoluogo e dalla Provincia di Milano, è considerata archiviata: «Mi meraviglio – sbotta il sindaco Roberto Scanagatti, che preferisce rivolgersi al leghista e non al collega di partito – che sia rispolverata da ex assessori che hanno inserito tra le entrate del preventivo una somma non certa (in realtà la Lega non ha votato l’ultimo bilancio della Provincia, ndr). Noi, che siamo stati accusati di aver creato un buco di bilancio, a differenza di quanto avvenuto in via Grossi abbiamo agito in maniera più prudente e abbiamo accantonato una parte di quanto avremmo dovuto pagare in caso il Tar e il Consiglio di Stato ci avessero dato torto: era la stessa somma che abbiamo proposto come transazione all’amministrazione Allevi e che è stata rifiutata».

Nessuno dei due enti, insomma, pare disponibile a sborsare quanto speso dal 2012 in poi per i tragitti effettuati da Net e BrianzaTrasporti a Brugherio, Villasanta, Vedano, Muggiò e Lissone: la Provincia continua a considerare quelle tratte come urbane mentre per il Comune non lo sono.

Il vero problema, però, va cercato nelle casse vuote dell’ente, prosciugate da anni di tagli del Governo e di manovre che hanno trascinato la quasi totalità delle aree vaste sull’orlo della bancarotta: «Pensavamo – afferma Scanagatti nella sua veste di consigliere di via Grossi – di doverci preoccupare solo del bilancio del 2015. Dovremo, invece, cercare una soluzione anche per i conti del 2014: vedremo cosa fare»