«Siamo stufi di non poterci spostare in autobus la domenica». Da più di due anni le proteste non si smorzano, perché quello su cui cercano di puntare l’attenzione è un problema più che mai attuale.
E poco conta che l’assessore alla Mobilità e Sicurezza Paolo Confalonieri abbia assicurato che nel prossimo assetto di rete l’Agenzia per il trasporto pubblico locale del bacino di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, presieduta da Umberto Regalia, abbia intenzione di sistemare le lacune esistenti dopo le limature al servizio urbano che hanno imposto le limitazioni messe sotto accusa.
I monzesi non hanno ancora digerito il drastico taglio domenicale al trasporto pubblico locale e non perdono occasione per ribadirlo. Tante le segnalazioni che settimanalmente arrivano alla redazione mobile di piazza Roma. A sentirsi tagliati fuori sono gli anziani: «È scandaloso avere a che fare con un’organizzazione del genere – hanno commentato diversi lettori lo scorso giovedì – Facciamo fatica ad andare al San Gerardo a trovare i nostri cari e intere aree, altamente residenziali, sono tagliate fuori dal tragitto delle due circolari».
Infatti, dal primo gennaio 2015 hanno fatto la loro comparsa per le strade della città la z211 e la z212: soprannominate Circolare A e Circolare B, nelle intenzioni dell’amministrazione avrebbero dovuto, da un lato, garantire comunque agli utenti un servizio di trasporto dal centro alle periferie e, dall’altro, ridurre gli sprechi: molte delle corse domenicali delle diverse linee attive, infatti, attraversavano la città, da un capolinea all’altro, pressoché vuote.
Con partenza e arrivo da piazza Carducci e frequenza ogni 35 minuti, le due linee, toccano rispettivamente i quartieri di Cazzaniga e Cederna e San Biagio e San Fruttuoso. Ma non bastano.
«Sicuramente il nuovo assetto – ha concluso Confalonieri – prevederà diverse fermate a San Giuseppe, in viale Romagna: da quella zona abbiamo ricevuto molte richieste». C’è però da aspettare: l’Agenzia dei trasporti che deve farsi carico dell’intera rete per quattro province non è ancora effettivamente operativa.