La lettera è stata inviata un po’ a tutti i politici che contano in Regione: al governatore della Lombardia Attilio Fontana, al sindaco di Milano Beppe Sala, all’assessore regionale Claudia Terzi, a quelli comunali milanesi Granelli, Del Corso e Lipparini; al presidente di Atm, Luca Bianchi; alla soprintendenza alle Belle arti regionale e al segretario regionale del Mibac della Lombardia. L’ha firmata Alberto Sgarbi, presidente della Federazione italiana ferrovie turistiche e museali (FIFTM) con sede a Torino. Dentro, c’è la richiesta alle autorità competenti di salvare almeno parte dei 42 tram dismessi che si trovano nell’anch’esso dismesso deposito Atm di Desio. «Diversi di questi veicoli – si legge nella lettera – realizzati tra il 1918 e il 1941, rivestono un’importanza storico-culturale: sono esemplari unici, o comunque appartenenti a serie mai conservate fino a oggi, e rappresentanti dei progressi e dell’evoluzione della tecnica dei trasporti e, proprio per questo, non devono andare assolutamente distrutti, poiché si priverebbero le generazioni future di beneficiare, toccando con mano, delle conquiste tecniche, sociali ed economiche che sono state parte integrante della storia della nostra nazione». Tra i mezzi presenti a Desio, i rimorchi Carovana (costruiti nel 1918, in funzione fino al 2010), i Breda (costruiti nel 1935, consegnati al deposito nel 1998) e gli “Oeft” el 1936. Esemplari unici accantonati a Desio e che non si trovano da nessuna altra parte.
«Si tratta di una conferma ulteriore – affermano il presidente della VII Commissione Regionale Cultura, Curzio Trezzani e il consigliere regionale della Lega, Alessandro Corbetta, che hanno diffuso i contenuti della lettera – della necessità di porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare il patrimonio costituito dal materiale rotabile dell’ex deposito Atm a Desio».