Gli uomini della “cricca” di Paola Canegrati sul banco dei testimoni al processo contro Lady sorriso. All’udienza di mercoledì 13 dicembre davanti ai giudici di Monza, che vede l’imprenditrice monzese a processo per corruzione e altre accuse per il presunto malaffare nella sanità lombarda, a partire dai contratti pubblici con l’azienda ospedaliera di Vimercate, sono comparsi Fabio Rizzi, ex responsabile della commissione sanitaria di Regione Lombardia, il suo ex braccio destro Mario Longo, imprenditore nel settore dell’odontoiatria, e Stefano Lorusso, commercialista titolare di società di trading negli Stati Uniti.
Tutti e tre coinvolti nell’inchiesta Smile, che ha portato nel 2016 all’emissione di diverse misure cautelari, e già destinatari di sentenza di condanna a seguito di patteggiamento in fase predibattimentale. Rizzi e Longo, secondo l’impianto accusatorio sostenuto dal pm Manuela Massenz, rappresentano gli agganci politici sui quali la monzese Canegrati avrebbe potuto contare per “fare incetta di appalti pubblici”. Lorusso era invece l’uomo sul quale Rizzo e Longo avrebbero potuto contare per reinvestire all’estero i proventi delle tangenti che la donna avrebbe versato.
«Era Longo che aveva i contatti con la Canegrati, io lo avevo invitato a risolvere i conflitto di interesse tra il suo ruolo pubblico all’interno degli istituti clinici di perfezionamento e i progetti privati che intratteneva con la Canegrati – ha detto l’ex consigliere regionale leghista al Pirellone Rizzi – ed è stato lui a dirmi che era disposta a finanziare la mia campagna elettorale, pagando 16mila euro per dei gadget, ho fatto lo sbaglio di non indicarlo nel riepilogo delle spese elettorali, perché non sapevo come contabilizzarlo». Longo ha detto invece «che la Canegrati era il numero uno nel mondo dei service odontoiatrici», ammettendo di aver qualche volte “enfatizzato” le proprie capacità professionali, puntando anche sulla «conoscenza con Fabio Rizzi». Infine Lorusso: «Quando Longo mi disse che la Canegrati pagava 20mila euro per dei contratti di fornitura avevo capito che in realtà era un escamotage per trasferire denaro a Rizzi».
A luglio 2016 il tribunale ha accolto la richiesta di patteggiamento per Fabio Rizzi e del suo portaborse Mario Longo (entrambi a due anni) e per Stefano Lorusso, il presunto riciclatore all’estero dei soldi della cricca (ha patteggiato 1 anno e mezzo).