«Non sono un mostro, né un money-maker come sono stato descritto»: si difende dalle accuse e dice si essere stato distrutto, in particolare dai media (con i quali, tra l’altro, non nasconde di avere un certo feeling) Norberto Confalonieri, 64 anni, il medico di Seregno primario di ortopedia dell’ospedale Pini – Cto di Milano arrestato (ai domiciliari) con le accuse di corruzione e turbativa d’asta e indagato anche per presunte lesioni ad alcuni pazienti.
Dopo l’interrogatorio di garanzia di lunedì, attraverso il suo legale, Ivana Anomali, il luminare – che vanta: «35 anni di attività con 8/9.000 pazienti operati e nessun contenzioso aperto» – dice che chiarirà tutto, che lui non c’entra. E sembra che sia proprio l’accusa di presunte lesioni ai pazienti quella che più lo infastidisce il medico seregnese. In particolare, sempre attraverso il suo legale, parla di intercettazioni estrapolate dal contesto. E fa riferimento soprattutto a quella frase: «per allenarmi ho rotto il femore a una anziana» dicendo che si sarebbe trattata di una goliardata, di uno scherzo, di «chiacchiere da bar».
Secondo i pm Letizia Mannella ed Eugenio Fusco in base alle indagini della Guardia di Finanza di Milano, Confalonieri avrebbe impiantato alle ginocchia e alle anche di centinaia di pazienti le protesi prodotte dalla Johnson&Johnson e dalla B.Braun (a carico del servizio sanitario per oltre 393mila euro) e le aziende avrebbero ricambiato finanziando i suoi congressi e la sua attività scientifica.
Tutte accuse che il chirurgo, di fronte al gip Teresa De Pascale, ha rigettato parlando di “rimborsi per prestazioni scientifiche di divulgazione e aggiornamento”.
Il primario è anche indagato per presunte lesioni su alcuni pazienti che avrebbe operato, soprattutto per protesi alle ginocchia. Sequestrate e al vaglio 62 cartelle cliniche. Ma a proposito della presunta frattura volontaria di femori di ignari pazienti, chiarisce: «Non l’ho rotto apposta, l’osso si è rotto nell’impiantare la protesi». E per quanto riguarda i casi contestati dalla Procura, due, erano «complessi e problematici» risolti con la «guarigione», mentre era un «caso difficile e umano» quello di una paziente disabile morta dopo un intervento. Confalonieri chiede che gli sia concesso di lavorare ancora in quanto «uno dei maggiori esperti mondiali di chirurgia mininvasiva».
«Stiamo collaborando con la magistratura fornendo tutta la documentazione necessaria e, se si dovesse arrivare al rinvio in giudizio, noi ci costituiremo parte civile» ha detto lunedì sera a Porta a Porta, dsu Rai 1, Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia
Sconcerto, indignazione, incredulità. Sono questi i sentimenti espressi dai cittadini di Seregno e anche da molti colleghi alla notizia dell’arresto del professore.
Diplomato al Ballerini prima della laurea e successiva specializzazione, pioniere degli interventi con tecnica computer assistita, ha 64 anni, è sposato e padre di due figli di 34 anni e 24 anni. Ha un fratello chirurgo plastico. È un rotariano attivo dal 1992, past president e fondatore del club Sesto San Giovanni e socio attivo del Club Milano Scala.
È anche presidente della sede Lombarda dell’Associazione medici accusati ingiustamente di malpratiche (Amami) dal 2006 e dallo stesso anno inserito nel “who’s who in the world”.
Discende da una storica famiglia molto conosciuta in città (col soprannome di “Trapun”) che fino ad una decina di anni fa, nella vasta area di via Verdi-Adua, produceva sapone e derivati che esportava in tutto mondo, condotta da Angelo Luigi, il padre, e dallo zio Luciano.
«Se fosse vero quello che è stato scritto e raccontato – ha commentato nei giorni scorsi Francesco Scamazzo, presidente dell’associazione medici di Seregno e Brianza – c’è veramente da rabbrividire. Sarebbe un tradimento della professione medica e un disprezzo dei confronti dei malati che devono essere curati col massimo rispetto e con tanta cordialità specie nella sofferenza».
Il prevosto monsignor Bruno Molinari ha detto: «Una notizia che si commenta da sé, se viene confermata la veridicità. Una pagina tristissima. Per i medici di qualsiasi specialità è necessaria l’onestà e un portamento retto. Un comportamento come quello che viene descritto è assai deplorevole sia sotto il profilo penale, ma soprattutto dal punto di vista morale».
Norberto Confalonieri aveva anche un ambulatorio in città e per la fama di cui godeva aveva sempre una lunga fila di pazienti in lista d’attesa. Alcuni non sempre sono stati contenti del trattamento ricevuto. Una racconta: «Mi aveva detto che avrei dovuto fare l’operazione al ginocchio. Alla richiesta del compenso mi ha chiesto 25 mila euro, e subito ha aggiunto: “una signora di 80 anni come fa a non avere quei soldi?”».