Le chiamano spese pazze: sono quelle effettuate da 64 consiglieri regionali lombardi tra il 2008 e il 2012 per acquisti slegati dalla loro attività amministrativa e poi rimborsate dal Pirellone. Il conto è stratosferico: quasi 3 milioni di euro spesi tra vasetti di Nutella, tosaerba, creme di bellezza e perfino per un banchetto di matrimonio. Ora chi aveva il vizio, presunto o reale, di presentare scontrini con troppa leggerezza rischia il processo: per loro, infatti, il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e i pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio hanno chiesto il rinvio a giudizio per peculato.
Nell’elenco, zeppo di nomi noti tra cui quello di Nicole Minetti e di Renzo Bossi, ci sono tre brianzoli. Si tratta dell’ex assessore regionale alla Protezione Civile Massimo Ponzoni, dell’ex consigliere del Pdl Roberto Alboni a cui, tra l’altro, vengono contestati 50 euro per un mazzo di fiori, e dell’attuale capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo. Il padano, l’unico a essere stato rieletto al Pirellone nel 2013, è finito nell’inchiesta a causa del rimborso di oltre 20.000 euro ottenuto per pranzi e cene di rappresentanza: la sua posizione è, però, già stata stralciata dalla Corte dei Conti in seguito alla restituzione nelle casse regionali degli importi contestati e di altri non finiti nel mirino dei magistrati. La maggior parte dei 64 rinviati a giudizio sedeva nei banchi della maggioranza di centrodestra, ma sotto accusa ci sono anche esponenti del Pd e di Sel.