Spaccio di ossicodone, 12 arresti: la banda scoperta grazie a un farmacista di Monza

Dodici persone tra i quali un medico sono state arrestate: avrebbero usato ricette contraffatte per ottenere gratis antidolorifici poi spacciati
A fare scattare le indagini la segnalazione di un farmacista monzese

Tutto è partito dalla segnalazione di un farmacista monzese, insospettito dalla richiesta spropositata di ossicodone da parte di un cliente e dalla genuinità delle ricette usate per l’acquisto, in effetti rubate da uno studio medico. Dal fermo dell’uomo sono state avviate indagini da parte del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Monza, durate dal 2019 al 2021 che hanno portato martedì 20 settembre, alle prime luci dell’alba, in un comune del Pavese, e poi a Pero, Cornaredo, Corsico, Rho e Milano, alla esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Monza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 individui, un medico di nazionalità italiana, già sottoposto agli arresti domiciliari per fatti analoghi, e 11 individui egiziani (di cui 4 irreperibili), indagati a vario titolo per spaccio di sostanze stupefacenti, prescrizioni abusive, associazione per delinquere, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, falsità ideologica in certificati commessa da persona esercente servizio di pubblica necessità, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, esercizio abusivo di una professione e commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti.

Spaccio di ossicodone, 12 arresti: le indagini dei carabinieri di Monza

Secondo approfondimenti condotti presso ARIA (azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti) è risultato che in un certo periodo il 20 per cento delle circa 6.959 ricette di ossicodone rilasciate in Lombardia fossero andate in favore di individui di origine egiziana, e che ben 940 fossero state emesse da un singolo medico di Milano. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e con l’arresto in flagranza di reato di un cittadino egiziano, sorpreso con 12.000 pastiglie di oppiacei e più di 40.000 euro in contanti, effettuati dai militar monzesi, è emersa l’esistenza di una presunta struttura associativa organizzata composta quasi interamente da egiziani ed attiva su tutto il territorio lombardo che aveva un modus operandi collaudato.

Spaccio di ossicodone e tramadolo, 12 arresti: ricette rilasciate a ignari pazienti

Secondo quanto ricostruito dai militari monzesi il gruppo: “acquisiva presso studi medici compiacenti ricette rilasciate indebitamente, attestanti malattie spesso di soggetti all’oscuro di tutto” (e non malati), scelti “a tavolino” dal medico corrotto e dagli altri componenti del sodalizio, ai quali venivano prescritti farmaci a base oppiacei (ossicodone e tramadolo) generalmente utilizzati per la terapia del dolore, muniti di codice di esenzione e quindi rimborsati interamente dal S.S.N. Con le ricette i farmaci venivano prelevati nelle farmacie e quindi immessi in un mercato parallelo dello spaccio di stupefacenti, perfezionato con la cessione finale a terzi soggetti.

Spaccio di ossicodone, 12 arresti: in 4 anni danno al SSN per 2,5 milioni

Il medico avrebbe selezionato fra i suoi pazienti, spiegano gli imvestigatori dell’Arma: “quelli affetti da gravi disabilità, per permettere ai suoi sodali di ottenere i farmaci senza dover sostenere alcun costo, poiché rimborsati dal S.S.N“. La scelta non era immediata: “oltre a valutare il quadro clinico del paziente, veniva passato al vaglio anche il suo cognome – si cercavano quelli con assonanze arabe – e il luogo di residenza, che non doveva essere troppo distante per non far sorgere sospetti nei farmacisti“. In 4 anni, da gennaio 2016 al 30 settembre 2020 il sodalizio avrebbe destinato allo spaccio circa 28.000 confezioni di oppiacei indebitamente acquisite (15.000 di ossicodone e 13.000 di tramadolo), procurando al Servizio sanitario nazionale un danno di oltre 2,5 milioni di euro, mentre il compenso per i medici corrotti “poteva raggiungere anche i 600 euro per una singola prestazione relativa al rilascio di ricette“, in più occasioni, secondo quanto accertato, avrebbe superato le 200 unità.

Spaccio di ossicodone, 12 arresti, la collaborazione alle indagini di ARIA e altri enti

Una preziosa collaborazione alle indagini è stata fornita agli inquirenti da enti esterni, oltre a Aria della Regione Lombardia, che ha fornito i dati utili a individuare tutte le prescrizioni e relative scansioni dei farmaci attenzionati, anche F-Lombarda, Federfarma, Farma Co.M., che hanno inoltrato alla polizia giudiziaria “svariate segnalazioni delle farmacie associate riguardanti prescrizioni sospette” dicono dall’Arma; poi ATS Brianza, che ha fornito dettagli normativi e regolamentari sulle modalità di rimborso dei farmaci da parte del SSN; NAS Milano, che ha fatto da raccordo tra alcuni degli enti e la polizia giudiziaria, fornendo inoltre “utili spunti investigativi su come acquisire i dati necessari per verificare le irregolarità in merito alle prescrizioni dei farmaci“.

Spaccio di ossicodone, 12 arresti: “Rischia di produrre inebetimento perenne”

L’Autorità giudiziaria ha sottolineato la gravità delle condotte che sarebbero state messe in essere dal gruppo, commisurata agli “effetti devastanti” sulla salute degli antidolorifici indebitamente acquistati: l’ossicodone, considerato sostanza stupefacente, “produce effetti euforici da ubriacatura da alcool istantanea, con rischio di inebetimento perenne, due volte più forte della morfina e una volta dell’eroina” specificano gli investigatori, mentre il tramadolo: “aumenta la capacità di sforzo fisico riducendo la sensazione di fatica: detta anche droga del combattente, il suo utilizzo è diffuso nei teatri di guerra mediorientali“.