Capita poche volte, ma capita. Succede che i pazienti in stato vegetativo manifestino un risveglio minimale della coscienza. Ritorni misteriosi a cui a volte la scienza fatica a dare un significato oggettivo. A incrementare questo ritorno, comunque lento e sempre faticoso, sono gli stimoli esterni, uniti alla costanza dei famigliari e alla cura dei sanitari. Nella struttura di Slancio nell’ultimo anno dieci pazienti dei sessanta malati neurologici complessi che sono ricoverati, hanno mostrato segni di ritorno, quelli che Roberto Mauri, direttore della Meridiana, ha chiamato “movimenti inattesi”.
Una condizione che ha indotto i medici e la direzione della struttura a interrogarsi sul futuro di queste persone. È nato così il progetto “Un movimento inatteso”, il nuovo reparto destinato alla riabilitazione più specifica per chi si è risvegliato dallo stato vegetativo.
«Nel nostro centro abbiamo assistito a un miglioramento dello stato di coscienza nel 10% degli ospiti – ha aggiunto Andrea Magnoni, direttore sanitario della struttura – È una percentuale nettamente maggiore rispetto alla media indicata dagli studi scientifici inerenti all’esame generale dei casi di passaggio dallo stato vegetativo alla minima coscienza».
Il reparto ospiterà dieci pazienti a rotazione. I soggetti scelti verranno sottoposti a terapie complementari e riabilitazione individuale per sei mesi. Verranno poi analizzati eventuali miglioramenti, e nel caso si provvederà a prolungare il trattamento, viceversa si farà posto a un altro ospite che abbia mostrato le medesime caratteristiche iniziali.
Tra i primi dieci scelti c’è anche Saad, giovane marocchino di 23 anni, vittima un anno e mezzo fa di un gravissimo incidente stradale. Oggi Saad riconosce i famigliari e riesce a rispondere, seppur in minima parte, agli stimoli esterni.
«La convinzione che modificazioni neuroplastiche cerebrali siano possibili anche dopo molto tempo dall’evento lesivo, se ben indirizzate, ci spingono ad affrontare questa sfida riabilitativa – ha concluso il dottor Magnoni – nella speranza di migliorare il più possibile la qualità della vita dei nostri ospiti». Il progetto avrà valenza scientifica e sarà condotto in collaborazione con il Centro neurologico Besta e l’università Bicocca del San Gerardo.
Un nuovo servizio reso possibile grazie al contributo di una fondazione privata che ha messo a disposizione di Meridiana la somma di 150.000 euro per i prossimi tre anni.