Sì della Camera all’introduzione del reato di omicidio stradale. Il testo è stato approvato a Montecitorio con il no di Sel e l’astensione di M5S e Fi e ora torna al Senato per ricevere il sì definitivo. Dovrebbe diventare legge entro la fine dell’anno.
«È un passo grande ciò che è successo, non siamo mai arrivati a tanto – ha commentato su Facebook Croce Castiglia, mamma di Matteo La Nasa e motore dell’associazione che porta il nome del figlio morto un anno e mezzo dopo essere stato travolto da un’auto impazzita – Indietro non potranno mai tornare ma noi possiamo continuare a lavorare affinché queste leggi si modifichino e si migliorino. Lavoreremo portando prevenzione e sensibilizzazione ovunque ci siano giovani e famiglie. Dobbiamo cambiare la cultura stradale e civica di ogni cittadino per dare valore alla vita lo dobbiamo per i nostri figli. Lo dobbiamo perché è giusto È civiltà e rispetto per il prossimo».
L’omicidio stradale diventerà un reato a sé, graduato su tre varianti. In particolare, resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi.
Il testo contro i pirati della strada prevede fino a 27 anni di carcere per chi causa la morte di più persone guidando in stato di ebrezza o sotto l’effetto di droghe e poi scappa. Tra le novità più rilevanti segnalate dall’Associazione vittime di incidenti stradali (Avisl) l’aumento della pena minima aumentata da quattro a cinque anni nel caso in cui un incidente mortale sia provocato dal tasso alcolemico del guidatore tra 0,8 e 1,5 grammi per litro o da alcune pratiche pericolose, come il passaggio col semaforo rosso o la guida contromano (il massimo della pena, in questi casi, arriva a dieci anni).
L’aula ha poi inserito tra le circostanze che determineranno una condanna anche l’utilizzo di dispositivi mobili (cellulari, palmari, smartphone, tablet, lettori Mp3, ricevitori Gps). Questa circostanza si aggiunge al superamento dei limiti di velocità, al passaggio con il semaforo rosso, all’inversione del senso di marcia, alla circolazione contromano, al sorpasso in corrispondenza di attraversamento pedonale o linea continua.
Con le nuove regole chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischierà da 8 a 12 anni di carcere. La pena può aumentare della metà se a morire è più di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere.
In caso di condanna o patteggiamento (anche con la condizionale) per omicidio o lesioni stradali viene automaticamente revocata la patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni (omicidio) o 5 anni (lesioni). Tale termine è però aumentato nelle ipotesi più gravi: se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca.
Sono anche previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave (bevuta «pesante» e droga). Negli altri casi l’arresto è facoltativo. Il pm, inoltre, potrà chiedere per una sola volta di prorogare le indagini preliminari.
Il giudice può ordinare anche d’ufficio il prelievo coattivo di campioni biologici per determinare il dna. Nei casi urgenti e se un ritardo può pregiudicare le indagini, il prelievo coattivo può essere disposto anche dal pm.
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