La proposta di legge sulle nuove regole per la pianificazione e costruzione di edifici di culto in Lombardia è stata approvata, martedì, in Consiglio Regionale. L’iniziativa leghista, ormai nota come legge “anti-moschee”, ha incassato più di 40 voti a favore. Il provvedimento, modificato in maniera sostanziale rispetto a come era uscito dalla Commissione Territorio, è passato tra le polemiche. Il testo, in sostanza, dice questo: per costruire nuovi luoghi di culto, di qualsiasi confessione, sul territorio lombardo, bisognerà sottostare a diversi vincoli urbanistici (costruzione di parcheggi adiacenti e conformità alla Valutazione ambientale strategica), sarà obbligatorio attenersi a norme di sicurezza (installazione di telecamere), nel rispetto dei principi della Costituzione italiana. I comuni interessati, inoltre, potranno indire un referendum per i cittadini. Potrà spettare a loro, qualora previsto dai singoli municipi, l’ultima parola. I progetti devono anche rispettare “il paesaggio lombardo”.
Dal testo originario, dunque, è scomparsa la norma più controversa, definita dall’opposizione “anti-Islam”, per la quale la costruzione era vincolata a preesistenti accordi sottoscritti con lo Stato Italiano. Accordi che la comunità musulmana non ha mai firmato. Questo alleggerimento, compensato dell’istituzione di una Consulta ad hoc che dovrà esaminare caso per caso e dalla reintroduzione del referendum, pur edulcorando la proposta iniziale leghista, non ha persuaso l’opposizione a votare a favore.
Partito Democratico, Patto Civico e Movimento 5 Stelle – che avevano cercato di bloccare il provvedimento presentando tre pregiudiziali di incostituzionalità – si sono compattati sul fronte del no, condannando la legge come discriminatoria e frutto dell’islamofobia della Lega, acuita dai recenti fatti di Parigi.
Per la maggioranza, invece, si tratta di un successo sulla strada della sicurezza: “Questa legge – ha dichiarato l’assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi, autrice di uno degli emendamenti che ha reintrodotto il referendum – non serve per mettere paletti, ma per introdurre maggiori controlli, secondo regole uniformi e condivise”.
Frutto di un compromesso tra Lega ed Ncd, il provvedimento, approvato in fretta e furia per bloccare un bando indetto dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia per la costruzione di tre nuovi luoghi di culto, avrà effetti in tutta la Lombardia, provincia di Monza e Brianza compresi.
Qui, i nodi sono le eventuali moschee di Carnate e di Cesano Maderno. Proprio a Carnate, sabato scorso, la Lega, per mano del capogruppo regionale Massimiliano Romeo, aveva organizzato un presidio per dire no al nuovo luogo di culto. A Cesano Maderno invece, erano girate voci, poi smentite dal Comune, sulla costruzione di una moschea al villaggio Snia. Chissà se proprio qui, i cittadini potranno dire la loro con il referendum istituito dalla nuova legge.