Seregno, ricordato il partigiano Livio Colzani nell’ottantesimo della sua scomparsa

Il giovane, non ancora ventitreenne, fu fucilato per mano fascista a Castelnuovo Nigra, nel torinese. A lui oggi è dedicata una stele a Sant'Ambrogio, quartiere dove viveva
La foto di gruppo al termine della cerimonia dedicata a Livio Colzani

Nell’ottantesimo anniversario della sua esecuzione per mano di militanti fascisti, avvenuta il 6 marzo 1944 a Castelnuovo Nigra, nel torinese, Seregno ha ricordato ufficialmente mercoledì 6 marzo Livio Colzani, giovane partigiano che perse la vita non ancora ventitreenne. La breve cerimonia, sotto la pioggia, si è svolta di fronte alla stele che fa memoria di Colzani, che si affaccia sulla via che gli è dedicata in zona Sant’Ambrogio, quartiere dove viveva.

Commemorazione: la schiena dritta di un uomo timido

Il momento dell’intervento di Mariadele Frigerio

L’appuntamento, alla presenza tra gli altri di una delegazione della scuola parrocchiale di Sant’Ambrogio, guidata dalla dirigente Cristina Curioni e comprendente il vicesindaco dei ragazzi Tommaso Di Santo, e di alcuni componenti del direttivo del comitato di quartiere, con alla testa il presidente David Savoca, è stato introdotto dalla lettura da parte di Samuele Tagliabue, consigliere comunale, di una preghiera di Teresio Olivelli, partigiano che fu condotto in un campo di concentramento con lo stesso convoglio su cui salì il seregnese Giovanni Re, ricordato da una pietra di inciampo. «Livio -ha poi sottolineato Mariadele Frigerio, presidente locale dell’Anpi- è sempre stato descritto come un timido. In realtà, fu un uomo libero, che libero voleva restare. Al momento dell’armistizio, si trovava nel canavese e lì scelse di aggregarsi alle formazioni partigiane. Non lo convinse a tornare a casa nemmeno il padre, che si inerpicò su quelle montagne». Ed ancora: «Colpì con due sonori schiaffoni il suo carnefice, che poco prima dell’esecuzione lo stava sbeffeggiando, dimostrando fino all’ultimo di avere la schiena dritta. Di questo, oggi lo ringraziamo».

Commemorazione: l’esempio di chi ha saputo scegliere

Per parte sua, il sindaco Alberto Rossi ha richiamato alla memoria una sua visita a Castelnuovo Nigra: «In quell’occasione, alcuni testimoni oculari della fucilazione, che allora erano bambini ed ora non lo sono più, mi raccontarono i loro ricordi di quel giorno. Livio scelse senza esitazioni e ci è di esempio nell’attualità, quando troppe volte siamo tentati di girare la faccia dall’altra parte. Lui affermò chiaramente che non ci stava, senza sconti e mezze misure».